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Il piddino Gentiloni promuove Meloni: “Il governo ha rispettato tutti gli impegni Ue”

Dario Martini
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Il Partito democratico, prima e dopo le elezioni del 25 settembre, ha ripetuto come un mantra la tesi per cui un governo di centro destra, guidato da Giorgia Meloni, avrebbe rappresentato un grande pericolo per l’Unione europea. L’ex segretario del Pd, Enrico Letta, lanciava previsioni catastrofiche: «Se l’Italia, uno dei grandi Paesi d’Europa, si "orbanizza" con un governo guidato da Meloni, sarebbe un grande pericolo per il Paese, ma anche per l’Europa». Secondo la narrativa dem, partiti come Fratelli d’Italia e Lega avrebbero rovinato irreparabilmente i rapporti con le istituzioni di Bruxelles e con gli altri partner del continente. Che fosse una bufala l’hanno dimostrato i mesi successivi. Il 4 febbraio scorso il New York Times ha dedicato un articolo al presidente del Consiglio, facendo notare come da «pericolo» per l’Europa, Meloni sia diventata in breve tempo la leader «più popolare» della Ue. Qualcuno, anche nel Pd, ha provato timidamente a suggerire che forse il premier «è capace». C’ha provato Stefano Bonaccini, e probabilmente quella frase gli è costata la sconfitta alle primarie. Elly Schlein, al contrario, non lo dirà mai. Eppure, anche lei avrà sentito le parole pronunciate ieri da un esponente di spicco del suo partito, quel Paolo Gentiloni che a Bruxelles ricopre la carica di commissario europeo all’Economia.

 

 

A margine della presentazione delle nuove linee guida della Commissione per i bilanci degli Stati, ha dichiarato: «Fin qui sono stati rispettati» dall’Italia «tutti gli adempimenti previsti dai programmi comuni dell’Ue». Poi ha aggiunto: «Continuare a rispettarli, che è l’impegno del governo italiano, non sarà certo una partita facile, ma è indispensabile se vogliamo crescere e quindi ridurre anche deficit e debito pubblico. L’equilibrio da trovare, e sono fiducioso che il governo italiano stia lavorando in questa direzione, è tra decisioni che consentono di mantenere la crescita e assorbire le risorse europee, perché altrimenti sarà molto difficile ridurre il debito. Non c’è alcuna possibilità di tornare a vecchie logiche di austerità». Insomma, alla prova dei fatti il «pericolo» a lungo paventato si è dissolto come neve al sole. «Tutti gli impegni rispettati», dice Gentiloni, dal Pnrr agli altri programmi di finanziamento, il commissario italiano, nonostante l’appartenenza al Pd, non può non promuovere il governo.

 

 

Gentiloni ha commentato anche il confronto in atto sulla riforma del Patto di Stabilità. «Penso che sia un accordo che rappresenta un compromesso molto avanzato - ha detto il commissario -. Credo anche che questo compromesso sia nell’interesse della stragrande maggioranza dei paesi europei. Visto nell’ottica di un paese come l’Italia, c’è una maggiore gradualità nella riduzione del debito e un incentivo agli investimenti. Quindi è un’ottima cosa». Sul tema è intervenuta anche Meloni al termine della visita del primo ministro olandese, Mark Rutte, a Palazzo Chigi: «Adesso in Europa comincerà il dialogo sulle regole della governance nel quale si devono tenere in considerazione le scelte che stiamo facendo per aiutare le nostre imprese. Noi crediamo che le regole sulla nuova governance, e in particolare sul Patto di stabilità e crescita, devono tenere maggiormente in considerazione il tema di un equilibrio tra stabilità e crescita, che sono entrambi necessari».

 

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