Che fine fa Piantedosi
“Maggiore sinergia”. Verderami svela le richieste di Meloni a Piantedosi sui migranti
“Giorgia Meloni ha scelto la strada europea per avocare di fatto il dossier immigrazione”. È questo il retroscena fornito da Francesco Verderami sul Corriere della Sera in merito alle mosse del premier dopo le polemiche sui migranti e le frasi pronunciate dal ministro Matteo Piatedosi. Nei giorni scorsi è andato in scena un dialogo diretto tra Roma e Bruxelles, con fonti qualificate del governo che hanno considerato “molto positiva la risposta di von der Leyen perché vengono riconosciute le ragioni esposte dalla presidente del Consiglio”.
“Questo dialogo diretto tra Palazzo Chigi e la Commissione finisce in pratica per ridurre il ruolo di Piantedosi, al quale la premier chiede una ‘maggiore sinergia’. Che nel lessico politico equivale a un ridimensionamento del titolare del Viminale ed è inoltre un segnale a Salvini , sponsor del ministro. Tutto ciò si traduce anche in una indiretta richiesta di maggiore coordinamento sul piano della comunicazione e di minore esposizione pubblica” l’analisi del quotidiano sulla situazione legata al Viminale. A confermare tale ricostruzione viene riferita una frase di un anziano membro del governo: “Chi guida gli Interni di solito rilascia due interviste l’anno”.
Verderami va avanti nel suo retroscena: “Il caso ha prodotto forti tensioni con la Lega, che ha evidenziato alla premier il differente atteggiamento assunto con Piantedosi rispetto al caso Delmastro-Donzelli. Con Piantedosi è infatti mancata una attestazione pubblica. Inoltre Meloni centralizza la materia migratoria, adottando un escamotage politico che attraverso il passaggio in Europa finisce per aggirare l’Interno”. L’articolo si chiude con la citazione di alcune parole di Meloni sulla decisione di tenere il Consiglio dei ministri a Cutro: “Se non ci vado mi dicono che sono insensibile, se ci vado con tutto il governo mi dicono che è un’operazione d’immagine”.