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Pd, il rinnovamento di Schlein sarà solo a parole: il ricambio è un bluff
«O si cambia o si muore» aveva detto Elly Schlein durante la campagna delle primarie e adesso non potrà che far fede ai suoi buoni propositi. Un cambiamento che dovrà portare avanti senza dimenticare però i vinti, anche solo per una questione di sopravvivenza. In Parlamento su 107 fra deputati e senatori la Schlein può contare solo su 41 dem. A questo c’è da aggiungere che il Pd esce da queste primarie con una spaccatura netta fra gli iscritti, che avevano scelto Stefano Bonaccini, e gli elettori, che hanno optato per Schlein. Un dettaglio non di poco conto se vuole riuscire nell’intento di tenere tutti insieme. Per questo, nonostante il rinnovamento tanto sbandierato, non potrà fare a meno di venire a patti non solo con i big che l’hanno sostenuta, ma anche con chi sosteneva Bonaccini. E proprio al governatore dell’Emilia Romagna potrebbe essere offerta la presidenza del partito che adesso è in mano a Valentina Cuppi, Marco Furfaro dovrebbe essere in lizza per diventare vicesegretario, l’attuale capogruppo alla Camera Debora Serracchiani potrebbe mantenere il posto sia grazie ai galloni che si è guadagnata con l’affare Cospito-DelMastro-Donzelli, sia per la logica del bilancino a cui la neosegretaria dovrà far fede.
Sempre in quest’ottica sarebbe da leggere il probabile coinvolgimento di Pina Picierno, la vicepresidente del Parlamento europeo, che era in tandem con Bonaccini con la speranza di fare la vicesegretaria del partito. Anche il nodo dei big non sarà facile da dirimere. Gran parte della campagna elettorale è stata incentrata sulla capacità dei due candidati di smarcarsi dalla «vecchia classe dirigente». Uno dei pochi punti di frizione fra i due contendenti e su cui Schlein è stata molto netta presentandosi come la candidata che non doveva niente a nessuno e alla quale nessuno aveva chiesto poltrone. Al Senato però potrebbe trovare un posto proprio uno dei big del partito: Francesco Boccia, coordinatore della mozione a suo favore, candidato per guidare la compagine dem a Palazzo Madama. Mentre la soluzione per tutti gli altri potrebbe essere quella di fare un passo indietro per lasciare spazio a dei loro giovani delfini.
Non è un caso se fra i nomi che si fanno per la nuova segreteria ci sono Michela Di Biase, Chiara Gribaudo e le due ex sardine Jasmine Cristallo e Mattia Santori. C’è anche un’altra questione di cui la neosegretaria dovrà tenere conto: i sindaci e i governatori locali che avevano espresso, in maggioranza, il loro sostegno a Bonaccini; Schlein non potrà ignorarli. Fra loro uno dei pochi che potrebbe salvarsi è il primo cittadino di Firenze Dario Nardella, mentre è difficile che Michele Emiliano, governatore della Puglia, e soprattutto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, possano trovare un loro spazio. Intanto ieri è avvenuto il passaggio di consegne fra Enrico Letta e la neosegretaria, per l’investitura ufficiale bisognerà attendere il 12 marzo.