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Pd, Schlein si gioca tutto: “Vinco sicuramente. O si cambia o si muore”

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Elly Schlein si avvicina sempre di più al momento della verità nella sfida per le primarie del Partito Democratico con Stefano Bonaccini. L’ex vice-governatrice dell’Emilia-Romagna ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nei giorni clou per la leadership dem: “Noi tutti abbiamo il dovere di costruire l’alternativa al governo più di destra della storia repubblicana. Ma prima occorre che il Pd risalga. Cambiando tutto, volti, visione, metodo. Non serve cambiare solo i nomi tenendosi il metodo sbagliato. Basta con la cooptazione. Apriamoci alle donne, ai giovani, alle energie migliori. Scegliamo i nuovi dirigenti in base alla competenza, non alla fedeltà. I vecchi del Pd nascosti dietro di me? È un’affermazione sessista, tipica di una società patriarcale, per cui se una donna si fa strada dev’essere sempre strumento di qualcun altro. Serve una rottura. Una cesura netta con il passato. Preferisco cento volte i dirigenti che hanno capito che o si cambia o si muore, rispetto a quelli che accusano me e fingono di aver passato gli ultimi anni nei campi a raccogliere margherite, anziché nelle stanze dove si sono prese tutte le decisioni del partito, comprese le alleanze”.

 

 

Dopo aver sparato a zero su parte del suo stesso partito Schlein attacca ancora Giorgia Meloni: “Sarà l’ennesima delusione per chi l’ha votata. La destra non è cresciuta, ha sempre i suoi dodici milioni di elettori, che si sono affidati prima a Berlusconi, poi a Salvini, ora a Meloni. Nonostante siano divisi. Sta a noi fare esplodere quelle contraddizioni. Vedo un metodo squadrista nella maggioranza, come quello di Delmastro e Donzelli alla Camera. E vedo qualche nostalgia di troppo. Compreso il simbolo della fiamma”.

 

 

Il discorso si risposta nuovamente sulla corsa delle primarie e sugli ideali di Schlein: “Sono assolutamente convinta di vincere. Lo sento. Avverto una mobilitazione incredibile. Non ha idea di quanta gente voglia partecipare. Giovani che non avevano mai fatto politica. Anziani che mi dicono ‘non prendevo la tessera da trent’anni’, quindi non erano mai stati nel Pd. In Italia vige il patriarcato. Lavoro? Limitare i contratti a termine. Abolire gli stage gratuiti. Salario minimo a 9 euro e 50 l’ora. Legalizzazione delle droghe leggere? Sì. Per un reale controllo della sostanza, l’uso consapevole, la lotta alle narcomafie. Il proibizionismo ha fallito su tutti e tre i fronti.  Armi all’Ucraina, sì o no? Sì, per consentirle di resistere. Ma - il distinguo conclusivo al Corsera - non saranno le armi a porre fine alla guerra. Non possiamo aspettare che cada l’ultimo fucile. L’Europa deve essere protagonista nel tentativo di raggiungere una conferenza internazionale di pace”.

 

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