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Risultati regionali Lombardia, flop Moratti in Lombardia e il Terzo polo non cresce
Il Terzo polo non sfonda in Lombardia. Qui, a differenza del Lazio, Calenda e Renzi avevano scelto di correre da soli, puntando su un nome di riferimento del centrodestra, quello di Letizia Moratti. Ma, nonostante la candidatura "trasversale", non sono riusciti nell’exploit. Anzi, il risultato uscito dalle urne è sotto le aspettative. Moratti ha ottenuto il 9,6% (quando erano state scrutinate 7.636 sezioni su 9.254), meno del 10,15% delle Politiche. A far riflettere è anche un altro dato: la lista Moratti presidente (5,23%) ha preso più di quella Azione-Italia Viva (4,12%). Calenda, ringrazia la candidata presidente, che «si è spesa moltissimo», ma ammette: «Fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi».
Per il leader di Azione «la stessa cosa è accaduta ad Alessio D’Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-Terzo Polo». Come uscire da questa situazione? «Per quanto riguarda la nostra lista i risultati sono stati particolarmente penalizzati dal meccanismo bipolare delle elezioni regionali e della minor presenza del voto di opinione - spiega Calenda - La costruzione di un partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente».
Moratti, dal canto suo, non si scoraggia, mostrandosi fiduciosa nel progetto politico. «I candidati di lista sono persone splendide, straordinarie, persone serissime e competenti, quindi guardo al futuro. Entreranno i miei candidati in Consiglio, faremo un punto a brevissimo, sono convinta che ci sia spazio per una proposta politica nuova». Moratti, infatti, non avrà un seggio al Pirellone. La legge elettorale lombarda prevede un posto in Consiglio regionale solo per il secondo candidato alla presidenza più votato. Moratti, infatti, ha deciso di candidarsi solo per la presidenza della Regione e di non correre con una lista per il Consiglio. La candidata del Terzo polo risponde anche a Majorino del Pd, che ha accusato Renzi e Calenda di aver remato contro, impedendo la creazione di una larga alleanza da contrapporre al centrodestra: «Unire le forze con Majorino schiacciato sul M5S sarebbe stato tradire il nostro elettorato».
Insomma, Moratti non è pentita, «tornando indietro prenderei la stessa decisione», rivendica, «la mia scelta è molto convinta, ho lasciato una posizione, non ho accettato incarichi di grande prestigio che mi sono stati offerti in modo convinto, credo che in questa regione la democrazia sia bloccata, opposizione debole che si accontenta di fare opposizione. Sono convinta che ci sia spazio per un cambiamento e lo dico con rispetto dei partiti che hanno vinto e degli elettori che li hanno votati. Ci sono segnali di difficoltà. Sono convinta della scelta fatta con convinzione, ho scelto la strada più difficile ma ho sempre scelto strade in cui pensavo di dare contributo. L’ho fatto nella mia regione e credo ci sia spazio per una proposta politica nuova che vada oltre questa regione, questo risultato è un punto partenza. Opposizione forte si fa cercando di vincere sono trent’anni che qui non vince Siamo una formazione giovane ma non credo inesperti abbiamo tante competenze ma non è stato possibile farle emergere in questa campagna perché non ci sono stati confronti con una situazione in cui gente non sapeva che si votava difficile far passare messaggi». «Io continuerò il mio impegno per una proposta politica nuova sicuramente sentirò Calenda e Renzi. Non penso sia giusto recriminare su cosa era possibile e cosa no, la cifra è quella di una campagna pienissima in pieno inverno con freddo terrificante che mi ha creato problemi che sentite ancora oggi», dice riferendosi al brutto raffreddore. Delusione? «Ma no, io ho grande rispetto per il voto».