DA BRUXELLES

Vertice europeo, intesa sui migranti e dossier economici. Meloni: "Soddisfatta"

"Siamo molto soddisfatti dei risultati di questo Consiglio europeo, ma penso che valga la pensa di appronfondirlo sui vari temi". Sono le primissime dichiarazioni del premier Giorgia Meloni dopo il vertice dei leader Ue che si è chiuso a notte fonda. Intesa su migranti e dossier economici: più attenzione al controllo e alla protezione delle frontiere da un lato, flessibilità sull'uso dei fondi esistenti da un lato ma aiuti di Stato più rapidi ed estesi dall'altro.

La visita del presidente ucraino ha galvanizzato i vertici delle istituzioni europee, che lo attendevano da tempo, e innescato attriti tra i leader europei riuniti per il vertice straordinario. Zelensky è stato accolto con tutti gli onori del caso, prima a una seduta straordinaria del Parlamento europeo, animata da una standing ovation e da un momento di commozione del leader ucraino, e poi al Consiglio europeo, dove ha parlato all'inizio della sessione sull'Ucraina.

  

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A tenere banco è stato il pressing di Kiev per ricevere forniture di caccia da combattimento. Una richiesta che ha ricevuto subito l'endorsement della presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, che ha invitato gli Stati membri a fornire missili a lungo raggio e i jet da combattimento. Secondo quanto riferito dal presidente ucraino, negli incontri di ieri a Londra e Parigi sarebbero state prese decisioni che vanno in quella direzione, ma che non possono essere rese pubbliche al momento. Vero è che per inviare i jet servono autorizzazioni di diversi paesi, non solo perché i componenti di armi così complesse riguardano più Stati, ma quanto meno perché è corretto avvertire gli alleati dello spostamento di armi destinate al singolo paese che le ha acquistate.

Da quanto si apprende, nell'incontro con il leader ucraino la premier Giorgia Meloni avrebbe anche affrontato la questione, e va detto che l'Italia non si è mai opposta all'invio di armi da parte degli Stati membri. A destare il disappunto dell'inquilina di Palazzo Chigi è stato piuttosto l'incontro a Parigi che ha preceduto la visita a Bruxelles e che ha provocato un attacco al presidente Macron. L'invito a Zelensky da parte del presidente francese, assieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz, è stato "inopportuno", secondo Meloni. "Ci sono dei momenti in cui privilegiare la propria opinione politica interna rischia di andare a discapito della causa" di mantenere l'unità, ha rimarcato la premier entrando al vertice Ue. "Non ho commenti da fare", è stata la risposta dell'inquilino dell'Eliseo, anche perché, ha sottolineato, "la Germania e la Francia hanno un ruolo particolare da otto anni su questa questione".

Mercoledì palazzo Chigi aveva fatto trapelare la programmazione di un bilaterale Meloni-Zelensky a margine del Consiglio europeo. Poi, un allungamento dei tempi ha portato il leader ucraino a organizzare gli incontri coi capi di Stato e di governo a gruppi di sei. La premier, oltre alla riunione di gruppo, ha avuto un colloquio a due nell'intervallo tra un gruppo e un altro, in cui ha ribadito il sostegno dell'Italia e Zelensky ha ringraziato per quanto fatto finora.

Nel colloquio tra le delegazioni si è anche discusso delle date del possibile viaggio di Meloni a Kiev, atteso prima dell'anniversario della guerra il 24 febbraio. Troppo poco spazio al terzo paese fondatore dell'Ue, escluso da parte dell'asse franco-tedesco. "Mi spiace che Francia e Germania pensino da sole di poter rappresentare l'Europa. Senza l'Italia non si va da nessuna parte", ha attaccato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.