festival e polemiche
Sanremo resti Sanremo, la lettera di Mennuni (FdI) alla presidente Rai
Sanremo torni a essere Sanremo. La senatrice di Fratelli d'Italia, Lavinia Mennuni, ha scritto una lettera aperta alla presidente della Rai, Marinella Soldi, su quanto visto finora al Festival. "Egregio Presidente, Le scrivo in rappresentanza di molti cittadini che hanno rivolto a me grave sconcerto per la presente edizione di Sanremo - si legge nella missiva - Sanremo è il Festival della canzone italiana, dovrebbe costituire e negli anni ha costituito, il momento di riunione delle famiglie, degli amici, dell’incontro tra generazioni diverse intorno alla grande Kermesse incorniciata dalla freschezza dei fiori caratteristici di Sanremo e beneauguranti per il prosieguo della stagione invernale pronta a schiudersi alla Primavera".
"In tutto il mondo il Festival è conosciuto e apprezzato, eppure questa edizione è stata un continuo dileggio dei più semplici canoni di rispetto, educazione, buon gusto e buonsenso. Solo per citare alcuni degli elementi critici, in particolare la performance di Blanco che ha preso a calci gli addobbi floreali infondendo sconcerto, soprattutto nei bambini e adolescenti, cui è giunto dal palco dell’Ariston un messaggio inneggiante alla violenza e al vandalismo. Le nudità vere o illustrate e mostrate dalla presentatrice in spregio alle più elementari regole del pudore, la ostentazione dei diritti LGTB, tema di grande delicatezza che richiede una elaborazione da parte degli adolescenti, e non essere trasmesso dalla rete Rai in fasce orarie viste dai ragazzi e durante il Festival. Si rischia, peraltro, di vanificare l’obiettivo formativo dei bambini, mediante la creazione di “format” quale il Tg kids che contrasta con i messaggi forti e crudi trasmessi in prima serata in questi giorni", scrive Mennuni. .
"Abbiamo dovuto assistere alla volgare esibizione di alcuni gruppi che hanno turbato, in diversi casi, soprattutto per i gesti, le movenze appropriate forse per un bordello ma non per quello che deve tornare ad essere il palcoscenico che mostra la bella musica italiana. La provocazione ha travalicato i confini della spettacolarizzazione, offrendo agli italiani e al mondo una visione che forse tenta di influenzare la società ma che rischia solo di danneggiarne i più delicati frutti ancora non sufficientemente maturi per discernere il brutto dal bello, il male dal bene. Chiedo a Lei e agli organizzatori del festival di riflettere e rimediare a quanto accaduto. Che Sanremo resti l’evento musicale, un tempo palcoscenico della bella Italia, della sua musica, sorto dalla voglia di distrazione del dopoguerra, da cui sono nati brani che appartengono alla nostra storia come “ Nel blu dipinto di blu”, poetici versi cui oggi spesso si oppone rumore, clamore privo di sostanza, mediocrità. L’Italia deve tornare a valorizzare la sua cultura, la sua identità, la sua storia e farlo vuol dire passare anche dalla composizione di momenti nel contesto del festival che perseguano tali obiettivi. Lavoriamo affinché si possa dare senso al felice slogan da pronunciare nuovamente con soddisfazione “perché Sanremo è Sanremo!”, conclude la senatrice di FdI.