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Elezioni regionali, leader del centrodestra ancora uniti sul palco

Angela Barbieri
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A voler dar retta all’applausometro vince Giorgia Meloni, ma è una bella lotta con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. I cori «Giorgia, Giorgia» accolgono l’arrivo della presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia al Teatro Dal Verme di Milano, dove i leader della coalizione (compreso Maurizio Lupi) si ritrovano di nuovo su un palco, mentre i leghisti urlano «Matteo, Matteo». Ma all’arrivo del Cavaliere, per ultimo, mentre sul palco è in corso l’intervento del fondatore di Noi moderati, si alza il coro «C’è solo un presidente, c’è solo un presidente». «È lui il vero fondatore del centrodestra», sottolinea Lupi dal palco mentre sventolano le bandiere dei tre principali partiti.

Dopo le polemiche delle ultime ore con un presunto endorsement in una confidenza privata poi smentito dell’ex premier per Letizia Moratti, è lo stesso presidente di Forza Italia a parlare chiaro: «Oggi è la festa della nostra coalizione. Tenteranno ancora di dividerci, di presentare la sfida di domenica e lunedì come una competizione interna al centrodestra. Ma non ci riusciranno, neanche questa volta». E non mancano gli elogi per l’attuale inquilina di Palazzo Chigi: «Ho avuto Giorgia Meloni nel mio governo e mi sono affezionato a lei. È una persona di grande trasparenza, gentile e di una capacità assoluta». La leader di FdI, che interviene per una ventina di minuti, risponde con altre parole al miele: «Io penso che il miglior ministro degli Esteri che questa nazione abbia avuto si chiamava Silvio Berlusconi». E lo stesso Salvini dal palco, rivolto agli altri leader della coalizione, seduti tutti in prima fila accanto ad Attilio Fontana, sottolinea: «Maurizio, Silvio e Giorgia per me sono amici, non solo colleghi di lavoro». Dal canto suo, il Cavaliere parla della Lombardia come della «nostra casa» dove «vinceremo alla grande».

È chiaro che, dopo le elezioni regionali anche nel Lazio di domenica e lunedì, gli occhi saranno puntati sulle segreterie dei partiti e il voto sarà un primo test per il governo. «Il messaggio politico è anche un messaggio nazionale», dice a chiare lettere Berlusconi. E Meloni elogia la Lombardia, che «è uno straordinario motore di questa nazione, è una grande locomotiva. E io so che Attilio Fontana è la persona giusta». Pure Salvini elogia il candidato leghista: «Penso che Attilio Fontana vincerà perché è una persona in gamba e onesta, un lombardo concreto, capace, che sta facendo una campagna elettorale bella, positiva e propositiva. Mi spiace che dalle sinistre non arrivino proposte ma insulti, polemiche e bugie». E il governatore uscente a caccia di una riconferma chiude il suo intervento con tre promesse: «La prima: mi impegno a non consentire alle sinistre di non governare la nostra Regione. Non lasceremo la nostra Regione nelle mani di chi non ha idee, né progetti e non vuole guardare al futuro. La seconda promessa è che non è ancora vinto niente, dobbiamo mandare la gente a votare. La terza promessa è che verrò a rompere le scatole al governo a Roma per fare tutto il necessario affinché la Regione voli più in alto, sono sicuro che mi ascolterete». Ancora qualche giorno di campagna elettorale, però, per capire chi vincerà le elezioni e, in caso di riconferma del governatore, in che misura cambieranno gli equilibri della coalizione.

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