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Regionali Lazio 2023, sanità e rifiuti infiammano il confronto tra D'Amato, Rocca e Bianchi

Agonismo e botta e risposta. Conto alla rovescia per l’appuntamento con le urne e i tre candidati alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca per il centrodestra, Alessio D’Amato del centrosinistra e Donatella Bianchi del Movimento 5 Stelle, si ritrovano nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind per un confronto organizzato da Il Tempo.

Il direttore del quotidiano Davide Vecchi modera il dibattito nel corso del quale i tre contendenti si sottopongono alle domande di quattro giornalisti della redazione. Non mancano nemmeno i quesiti pervenuti dai lettori attraverso i canali web. A far scoppiare la diatriba è soprattutto il dossier sanità, uno dei temi più caldi della campagna elettorale. "I cittadini si sentono abbandonati, siamo agli ultimi posti per quanto riguarda i dati oncologici", attacca Rocca. "Sono dati falsi", respinge D’Amato, che aggiunge: "Un conto sono le impressioni, un conto i numeri". E per sottolineare il concetto, porge al competitor un foglio con una tabella: "Ti lascio i dati dei Lea (livelli essenziali d’assistenza, ndr)". Il ping pong prosegue: "Capisco che è nervoso perché sente la medaglia di bronzo vicina", punge Rocca rivolto all’assessore alla Sanità. E l’altro, di rimando: "Non sono nervoso, sono tranquillo ma irritato visto che ho aspettato un’ora e sono arrivato puntuale".

L’allusione è al fatto che Francesco Rocca si è presentato nel "salotto" allestito dal quotidiano quando ormai le lancette avevano superato la metà del giro d’orologio programmato per il dibattito. Insomma, mentre ci si avvia verso il rush finale della corsa elettorale, ormai è chiaro quale sia la struttura della sfida in corso: la più alta temperatura dialettica è tra il candidato del centrosinistra e quello del centrodestra. Anche se non sono mancati momenti di forte contrasto tra Bianchi e D’Amato, come sul tema dei rifiuti, su cui le ricette sono contrapposte. 
(a cura di Mario Benedetto, Pietro De Leo, Dario Martini e Antonio Sbraga)

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