Tagadà

Tagadà, “la sinistra fa comunicare Cospito con l’esterno”. Fuoco e fiamme tra Colosimo e Grimaldi

Si fa sempre più acceso il dibattito sulle parole di Giovanni Donzelli alla Camera. Nel corso della puntata del 3 febbraio di Tagadà, talk show di La7 condotto da Tiziana Panella, va in scena lo scontro tra la deputata di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo e Marco Grimaldi, onorevole di Sinistra Italiana. Il primo a parlare è proprio l’esponente di AVS: “Al 41 bis a Sassari ci sono camorristi, ndranghetisti e mafiosi, in più c’è Cospito, considerato il capo di un’organizzazione che potrebbe eterodirigere. Si sposta e parla con queste persone”. Colosimo interviene per fare un chiarimento: “Tra le persone con cui ha parlato Cospito ci sarebbe l’artificiere della strage di Capaci, non stiamo parlando del ladruncolo, giusto per inquadrare la situazione”.

 

  

 

Grimaldi poi va avanti nel parlare di Alfredo Cospito, il leader anarchico detenuto al 41 bis e che sta protestando con uno sciopero della fame: “È quello che penso io. Io penso che Cospito dovrebbe essere in un carcere come quello di Asti, un carcere di massima sorveglianza e sicurezza, in cui non può comunicare verso l’esterno. “Ci pensate voi a fare da collegamento con l’esterno” la bordata della deputata di FdI all’interlocutore, che perde le staffe: “Voi ci avete pensato, Donzelli ha fatto esattamente quello. Sono provocazioni inutili, mi fa ridere aver ascoltato un ministro che dice di non dividerci davanti al terrorismo o davanti a questa escalation. Lei fa parte di una ricostruzione di Fratelli d’Italia, che dopo le accuse infami in aula verso quattro parlamentari, che non possono essere accostati alla mafia e agli anarchici”.

 

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Colosimo continua a chiedere conto a Grimaldi delle azioni dei suoi e fa notare una particolarità dai social: “Lei prende le distanze dai collettivi de La Sapienza? Lei ha la foto col pugno alzato su Facebook, è legittimo domandarsi se è vicino ai collettivi che domani solidarizzeranno con Cospito”. Lo scontro va avanti: “Io - spiega l’esponente di sinistra - non sarò in piazza. Il movimento operaio non ha da prendere lezioni da nessuno, lei deve portare rispetto verso la nostra storia, verso quel pugno alzato. Non hanno nulla a che fare con Piazza Fontana, con la strage di Bologna e nemmeno con il terrorismo rosso. Che cosa intende con il pugno alzato?”.