sfida pop
Le primarie Pd finiscono in fiction: Guanciale portavoce della mozione Schlein in Abruzzo
Avrà pure rifiutato di interpretare Don Matteo, dopo Terence Hill. Però, all’attore Lino Guanciale, ora toccherà industriarsi con i miracoli. Essendo stato nominato portavoce per l’Abruzzo della mozione della candidata alla segreteria Pd Elly Schlein. Una dimensione regionale, certo, ma che non passa inosservata essendo, Guanciale, rinomato attore di fiction. E la deputata che spera di vincere la corsa ha dato così l’annuncio della novità: «Un grande attore, un intellettuale impegnato che ricorda sempre le parole di Gian Maria Volonté. "Quello che si fa in palcoscenico è sempre un atto politico"». Insomma, entusiasmo grande a tal punto da far perdere il senso delle proporzioni, considerando quel che Volonté, attore engagé della sinistra, ha rappresentato per la storia del nostro cinema. Magari, a Guanciale manca ancora un pochino.
In ogni caso, sorge un dubbio. Quel Pd che si era scagliato contro Donatella Bianchi, candidata del Movimento 5 Stelle in Regione Lazio, per via della sua conduzione in Rai, ora arruola nel proprio copione congressuale un artista che ha avuto ruoli importanti in svariate fiction trasmesse sulla Rai? Certo, la dinamica non è esattamente la stessa, ma forse sul principio di fondo la domanda non è proprio fuori luogo. Tuttavia, la discesa in campo di Lino Guanciale, al fianco della candidata che probabilmente non andrà oltre il secondo posto, fa da sfondo a una giornata di ordinario confronto, in vista delle primarie. Ieri, ancora Elly Schlein ha esplicitato alcune posizioni programmatiche. Per nulla rassicuranti. E lo ha fatto partecipando ad un’intervista con la pagina social di satira «Socialisti Gaudenti». Si definisce, Schlein, «decisamente» a favore della cannabis legale. Poi non tradisce le aspettative sulla tassa di successione: «va resa più progressiva», osserva. Mettendosi, su questo tema, in scia con la rovinosa proposta di Enrico Letta che gli è costata la campagna elettorale.
Nel frattempo, Stefano Bonaccini, candidato che salvo sorprese dovrebbe vincere la contesa, ha risposto all’attacco del competitor Gianni Cuperlo. Quest’ultimo, l’altroieri aveva detto: «Si fa un mestiere alla volta e la giornata è fatta di 24 ore». Il riferimento è al fatto che Bonaccini, fra qualche settimana, potrebbe trovarsi ad affiancare al suo attuale ruolo di presidente dell’Emilia Romagna anche quello di segretario Pd. La combinazione tra leadership di partito e guida di una Regione ha il non felice precedente storico di Nicola Zingaretti. Comunque, Bonaccini respinge l’attacco : «Credo di avere l’esperienza e la comprensione che si possono fare tranquillamente le due cose». Bonaccini, ieri, ha parlato anche del ritorno a casa degli scissionisti bersaniani: «Agli amici di Articolo 1 do il bentornato e con tanti di loro abbiamo condiviso tanti momenti di dialogo e di lavoro. Hanno sostenuto la mia rielezione in Emilia-Romagna attraverso la lista Coraggiosa, quindi io sono contento: ma non possiamo limitarci a questo». Tuttavia, ha aggiunto, «Se il processo costituente nasce e finisce» con questo, sarebbe «troppo poca cosa». Per quanto già così sia difficile: è noto che gli esponenti di Articolo 1 guardano all’alleanza con il Movimento 5 Stelle e, peraltro, ieri alcuni parlamentari non hanno votato il decreto sulla proroga dell’invio delle armi in Ucraina.