Primarie Pd 2023, lo sfogo del dirigente: "Statuto stravolto". Cosa non torna
Un partito che ha rappresentato, per almeno sessant'anni, un punto di riferimento per chi aveva il cuore rosso. Una crisi profonda, che sta portando il Pd ad avvicinarsi, pericolosamente, al dieci per cento. Una serie di regole antiquate e, almeno ad una prima lettura, scritte per non invogliare gli attivisti ad impegnarsi. È un duro sfogo quello che abbiamo raccolto da parte di un dirigente del Pd di Arezzo, stanco di certe dinamiche barocche.
“La direzione regionale è stata convocata il 29 dicembre scorso e aggiornata il 2 gennaio. In quei giorni sono state decise le regole, che in alcuni casi hanno stravolto lo statuto regionale. Due giorni più tardi sono stati inviati i regolamenti per le elezioni dei circoli e per i territoriali. Queste norme sono state inviate ai segretari di federazione solo venerdì 20 alle 13. Le firme devono essere depositate da oggi, lunedì 23 fino al 27. Non serve un genio per capire che solo chi ha alle spalle una struttura ben oliata può essere in grado di raggiungere questo risultato, in tre giorni. Sempre entro il 27 si devono anche depositare le liste collegate con 247 nominativi complessivi, sostenute da 60 firme per ogni lista collegio”.
Perché è stato deciso di percorrere questa strada? Non è un mezzo suicidio? “I vertici del mio partito sono distanti dalla realtà. Dai nostri elettori ed, evidentemente, sono convinti che i sondaggi verranno ribaltati come per magia. Io mi occupo di politica da oltre trent'anni. E senza impegno e progettualità non si vince nemmeno all'assemblea condominiale. I livelli locali avrebbero dovuto essere discussi dopo la nomina del nuovo segretario. Siamo di fronte ad uno scenario che potrebbe portare anche ad una scissione. Perché è del tutto evidente come tra il partito pensato da Stefano Bonaccini e quello che guiderebbe Elly Schlein ci siano profonde differenze. E non sono per quanto riguarda le alleanze. Che senso può avere una segreteria nazionale che guarda ai Cinque Stelle e una locale in rotta totale con i Grillini? Ovviamente, discorso analogo si potrebbe fare con il Terzo Polo. Di questo passo rischiamo di far, rapidamente, la fine del partito socialista francese, relegato all'otto per cento”.