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Intercettazioni, Meloni blinda Nordio: "La riforma serve"

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Lancia il "Piano Mattei" per l'Africa, spinge per fare dell'Italia l'hub energetico del Mediterraneo, ma in Algeria Giorgia Meloni viene raggiunta anche da temi che non hanno nulla a che fare con il primo bilaterale da quando si è insediata a palazzo Chigi. Nel cortile del palazzo presidenziale di Algeri, dopo nemmeno un quarto d'ora dal termine delle dichiarazioni congiunte con il capo dello Stato algerino Abdelmadjid Tebboune, la premier organizza un punto stampa e si sofferma sulle questioni che agitano in questi giorni governo e maggioranza. Parla così dello sciopero dei benzinai rivendicando il decreto trasparenza, annuncia che sul dossier balneari sta lavorando a una "soluzione strutturale, che non sia temporanea". Poi prova a sciogliere il nodo giustizia diventato improvvisamente stretto dopo le dichiarazioni del Guardasigilli su pm antimafia e intercettazioni. La presidente del Consiglio ribadisce a voce quanto scritto ieri nella nota di Palazzo Chigi: "Con Carlo Nordio c'è un rapporto assolutamente ottimo, mi sono battuta perché potesse esserci lui a via Arenula. Ribadisco che il ministro ha la mia piena fiducia".

Tra i due a giorni andrà in scena un faccia a faccia, ma non sarà l'unico ministro che Meloni incontrerà nelle prossime settimane. "Ho chiesto a tutti di stilare un cronoprogramma - sottolinea - Mi piacerebbe lavorare su una calendarizzazione del lavoro del governo di quest'anno".

Insomma, la premier vuole un'agenda con gli obiettivi del 2023: un modo per coordinare al meglio a palazzo Chigi i provvedimenti in arrivo. Tra questi, appunto, quello riguardante la riforma della giustizia. "Si tratta di un tema fondamentale - riconosce Meloni -. Adesso sto organizzando un giro di incontri con diversi ministri, quelli con i quali mi sono trovata a lavorare rincorrendo meno l'emergenza nelle ultime settimane, e con tutti vorrei stilare un programma. Sicuramente, essendo quello della giustizia uno dei temi principali e importanti sui quali questo governo intende lavorare, e lavorare da subito, credo che quello con Nordio sarà uno dei primissimi incontri che farò".

Per discutere anche di intercettazioni, argomento decisamente scivoloso dopo le dichiarazioni di Nordio. Meloni così da un lato non sconfessa il Guardasigilli, ma dall'altro indica la strada del "buonsenso". "Credo sia necessario mettere mano alle cose che non funzionano, e sicuramente quello che non funziona è un certo utilizzo che delle volte si fa delle intercettazioni. Questo lo sappiamo tutti e credo sia un tema al quale bisogna mettere mano - spiega -. Per farlo non c'è alcun bisogno di uno scontro tra politica e magistratura". Ecco perché per la premier si deve "lavorare insieme" per arrivare a capire "dov'è che il meccanismo dello Stato di diritto non funziona e cercare le soluzioni più efficaci". "Questo ovviamente il ministro Nordio, la magistratura, gli operatori del settore lo sanno meglio di me - ricorda -, io provo a metterci il buon senso: non credo che quando si affrontano queste materie ci si debba scontrare. Le persone di buona volontà capiscono quali sono i problemi e li risolvono".

Le preoccupazioni per Meloni però non arrivano solo dall'Italia. A impensierire la premier c'è infatti il modo in cui l'Europa deciderà di muoversi per rispondere agli ingenti investimenti previsti dagli Usa per le aziende nel campo della transizione energetica. "Il prossimo Consiglio Ue affronterà il tema della competitività delle nostre imprese - ricorda -. La preoccupazione che ho è che la Commissione europea pensi di poter risolvere o affrontare il problema del rischio di una scarsa competitività, anche di fronte all'Inflation Reduction Act, solamente con l'allentamento della normativa sugli aiuti di Stato. Scelta che ovviamente produce una maggiore possibilità per gli Stati che hanno una maggiore disponibilità fiscale di aiutare le loro aziende, e al contrario per chi ne ha minore, come il nostro, impedisce questa possibilità. Questo produce anche una distorsione sul mercato interno. Se alla prima difficoltà si scopre che si va in ordine sparso e qualcuno ha più opportunità degli altri secondo me non facciamo un favore all'Europa nel suo complesso".

Ecco perché la posizione dell'Italia è legata invece alla creazione di un fondo sovrano modello NextGenEu per aiutare gli investimenti nelle aziende o a una maggiore flessibilità su fondi già esistenti e sugli investimenti non utilizzati. "È la proposta che porteremo a Bruxelles. Stiamo avendo delle interlocuzioni prima del Consiglio Ue con le altre nazioni", tra cui la Germania, tanto che una trasferta di Meloni a Berlino potrebbe andare in scena pochi giorni prima del vertice di Bruxelles fissato per il 9-10 ottobre.

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