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Il Pd fa votare solo con lo Spid. L'ultima follia del voto online per le primarie

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Claudio Querques
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C'erano una volta i gazebo del pd, sistema più o meno limpido di democrazia diretta. Ora c'è lo Spid. La Commissione nazionale del Nazareno ha autorizzato infatti il voto online alle primarie solo per alcune categorie di elettori. Ma bisognerà essere iscritti al sistema di identità digitale. Ed è già iniziata la corsa a registrarsi. Quello che non è riuscito all'Agenzia dell'entrate o all'Inps riuscirà al Pd? Lo sapremo presto. Per ora sappiamo che potranno scegliere il nuovo segretario da remoto solo persone residenti o domiciliate all'estero; impossibilitate a recarsi ai seggi «per condizioni di disabilità, malattia o altri impedimenti che autocertifichino tali condizioni». O «persone residenti in località la cui distanza dai seggi renda particolarmente difficoltoso l'esercizio del voto».

 

Fin qui il regolamento. È bastato leggerlo perché nella chat dei 4 candidati partisse il tam tam: «Se non l'avete ancora fatto dotatevi di Spid, avrete tempo per iscrivervi fino al 12 febbraio». È corsa allo Spid, dunque, acronimo che entra così di diritto nella storia dei partiti politici, in attesa che - non si sa mai - un giorno arrivino anche Qr code e codice a barra.

 

Per un partito nato nel 2008 con una forte vocazione maggioritaria e popolare chiedere che il suo leader sia scelto a colpi di Spid è un'assoluta novità. Alimenta qualche domanda: c'è consapevolezza della situazione in cui versa il Paese? Del suo stato di arretratezza digitale? «Il voto online è sicuro con identificazione certa con lo Spid e quindi non replicabile e non rintracciabile» ha risposto Elly Schlein, rivolta ai suoi fedelissimi. «Perché io penso - ha aggiunto la deputata dem - a chi lavora la domenica, a chi ha problemi di mobilità e chi vive all'estero, magari non vicino ai seggi che saranno organizzati». Non è un mistero che a battersi per il voto online siano stati soprattutto i candidati più deboli e che il favorito Stefano Bonaccini sia contrario. Il motivo è sin troppo evidente: quando si arriverà al testa a testa il «voto da casa» potrebbe far saltare i pronostici che ora lo danno in vantaggio. Tra l'altro c'è un precedente. Lo ricorda il sondaggista Antonio Noto: «Quando anni fa fu data la possibilità di votare per le primarie ai sedicenni, la partecipazione non superò l'1%. Questo per dire che chi vuole andare a votare alle primarie ci va».

 

In quanto alla scelta di non consentire il voto online per tutti, Noto aggiunge che «influisce sul risultato finale solo in modo marginale. È un compromesso - dice Noto - mentre la possibilità per tutti di votare con il voto digitale al contrario avrebbe aumentato la partecipazione e influito sul risultato finale». La piattaforma Rousseau in confronto è Medioevo. Davide Casaleggio non avrebbe mai osato tanto. Il Pd sulla scia dei grillini? «Per il M5S è diverso - sostiene ancora il sondaggista- ha un suo database, non c'è il rischio dei votanti dell'ultimo minuto. In futuro il Pd potrebbe organizzarsi ma è necessaria una infrastruttura; il voto controllato è impossibile in cosi breve tempo». Digital divide, analfabetismo di ritorno, abbandono scolastico: pianeti sconosciuti per chi abita nella Ztl. E se molti elettori ancora sbagliano a fare la croce sulla scheda, se confondono simboli e preferenze, ecco sdoganato in questo emisfero a traffico limitato lo Spid. Credenziali, password, usurname: cosa volete che siano per l'elettore medio del pd? Per donare indicare la cifra, digitare il pin, pigiare il tasto verde. Grazie.

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