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Sinistra in cortocircuito. Attacca Meloni ma boccia l'ultimo sconto carburanti

Pierpaolo La Rosa
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Se ne sono viste davvero di tutti i colori ieri, nell'Aula della Camera, in occasione del via libera definitivo da parte dell'Assemblea al decreto Aiuti quater. Una mattinata surreale che è trascorsa tra le proteste, a volte improbabili, delle opposizioni. Cosa dire, infatti, dello show che ha visto protagonista il co-portavoce di Europa verde e deputato dell'Alleanza Verdi e sinistra, Angelo Bonelli, che nel bel mezzo della sua dichiarazione di voto finale sul provvedimento ha mostrato a tutto l'emiciclo, rigorosamente in favore di telecamera, forse portandoseli dietro direttamente dal mercato, una zucchina, dei panini all'olio, una confezione da mezzo litro di latte e una pera, a testimonianza dei rincari eccezionali che nell'ultimo anno hanno riguardato i beni di prima necessità.

 

Non contenti, i rappresentanti sempre del gruppo Avs hanno, poi, alzato le mani tinte di nero in occasione appunto della votazione finale sulle misure, per contestare la scelta di tornare alle trivelle per l'estrazione del gas naturale. «Il nostro gesto in Aula per dire a governo e maggioranza che hanno le mani sporche di carbone e petrolio, le avete nere come il futuro che ci state lasciando», la spiegazione della capogruppo a Montecitorio di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella. «Questo nero rappresenta il colore del futuro che questo governo ci lascerà», rincarava la dose su Facebook Bonelli stesso.

A distinguersi ci hanno pensato anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle che hanno mostrato cartelli con su scritto, a caratteri cubitali, la parola «Vergogna», per protestare contro l'aumento dei prezzi dei carburanti, con tanto di richiamo al punto 17 del programma elettorale di Fratelli d'Italia e, in particolare, alla frase «Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise». Pronto l'intervento dei commessi che hanno invitato gli esponenti pentastellati a togliere i cartelli.

 

Più in generale, c'è il paradosso di una sinistra che è ricorsa a tutto pur di contestare un decreto, l'Aiuti quater, con uno stanziamento pari a nove miliardi di euro, recante non a caso «misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica». Una sinistra antistorica, ideologica, non al passo con i tempi, che ieri ha votato contro interventi, gli ennesimi, a favore di famiglie e imprese, rivolti proprio a contrastare i rincari di energia e gas. Una sinistra che si lamenta giustamente dei costi insopportabili delle bollette e che, al contempo, non vuole neppure sentire parlare della norma sulle trivelle, contenuta ancora nel decreto Aiuti quater, che sblocca una volta per tutte le nuove concessioni di estrazione di gas nei mari italiani. Una contraddizione in termini, ben evidenziata dalla maggioranza. Ha, dunque, ragioni da vendere il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, che ha osservato: «Urlano sul taglio delle accise dei carburanti e votano contro allo sconto delle stesse che le manteneva. L'opposizione, ipocrita come sempre, accusa il governo, falsamente, di aver aumentato le accise, ma non vota in Aula il decreto Aiuti quater che dà indicazioni in materia di energia. Senza autonomia energetica, saremo sempre sottoposti ai diktat degli altri Paesi. Evidentemente l'opposizione non sa essere responsabile, ma attacca arbitrariamente il governo che pensa a famiglie ed imprese. Non prendiamo lezioni da chi per vendetta fa scelte scellerate che hanno ricadute sui cittadini». 

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