Il Pd va in tilt per Alvaro Vitali. Asfalta i dem e l'ex ministro lo applaude
Il Pd è messo così male che anche una intervista di Pierino ha ripercussioni al Nazareno. Di cosa parliamo? Delle critiche al Partito democratico di Alvaro Vitali, principe della commedia sexy italiana da tempo fuori dai giochi del cinema, affidate a un colloquio con Repubblica. Che abbastanza a sorpresa è stato lodato pubblicamente dal dem Andrea Orlando: “Ieri su Repubblica una bella intervista ad Alvaro Vitali, un protagonista del cinema italiano. Parla di popolo, cinema, storia italiana anche politica”.
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In realtà Pierino nella sua intervista fa pelo e contropelo al partito di Orlando: “Io sono di sinistra, all’epoca votavo Pci. Tutta la mia famiglia votava Pci. Ho più volte attaccato i manifesti, annunciato comizi, giravo con l’auto con l’altoparlante sul tetto e davo gli annunci: ‘Stasera parlerà l’onorevole Pajetta!’. Avevo uno zio, Franco Vitali, che lavorava a Botteghe Oscure. Andava spesso a Mosca. Ma il Pci non mi ha mai invitato una sola volta alla festa dell’Unità: a me piaceva andarci, ci sono sempre andato da privato”.
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Il ricordo idilliaco diventa amaro quando si parla dei politici attuali. Vitali afferma di non votare per il partito di Orlando: “Per me il Pd è la Dc. Volevo votare per i partiti minori della sinistra, ma poi mi sembrava una preferenza persa. Mi sono astenuto. Quando tornerà la vera sinistra tornerò al seggio”.
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La parabola di Vitali è nota: i primi lavori con Federico Fellini, la lunga stagione della commedia erotica, la serie comica di Pierino e dopo gli anni '80 il declino professionale. Ai tempi d'oro "cambiavo donne e auto ogni tre mesi, oggi vivo con una pensione da 1.200 euro, per via di tantissimi contributi non versati all'epoca dalle case di produzione. A un certo punto il telefono ha smesso di squillare, neanche Lino Banfi mi ha più chiamato. Nessuno mi ha più fatto lavorare" ,confida l'attore 72enne che sogna di fare un ultimo film. Magari una commedia nera, anzi rossa.