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Meloni vuole prendersi anche l'Europa: il piano per emarginare i socialisti dopo il Qatargate

Luca De Lellis
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Al posto delle farfalle la premier Giorgia Meloni nello stomaco ha un progetto. In particolare, un sogno europeo. Emarginare il Partito Socialista dell’Ue, cavalcando lo scandalo “Qatargate” che ha coinvolto soprattutto l’ala dei democratici, per avviare una trattativa con il Partito Popolare (Ppe) da presidente dell’Ecr (conservatori e riformisti europei). Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, quindi, dopo essersi presa l’Italia, la leader di FdI vuole rimpiazzare i Socialisti nel patto con i Popolari per costituire una maggioranza conservatrice (di centrodestra) che possa assumere la guida dell’Unione Europea.

 

 

Nell’area del Pd la situazione allarma e non poco. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, vien da dire. Lo scandalo delle mazzette esploso nei palazzi di Bruxelles ha inevitabili conseguenze politiche. Dello stesso avviso sono i dirigenti dem sentiti dal quotidiano, per i quali il Qatargate “rischia di aggravare la crisi del Pse e di agevolare l’operazione a cui lavorano in Europa i nostri avversari in vista delle elezioni del 2024”. Un’alleanza, appunto, tra Conservatori e Popolari che sarebbe quanto mai deleteria per i Socialisti. E, in questo puzzle, Giorgia Meloni ricoprirebbe il ruolo di motore dell’accordo.

 

 

Il tutto ha inizio il 22 novembre, un mese esatto dopo il giuramento al Quirinale della Presidente del Consiglio, quando Meloni riceve il presidente del Ppe, il tedesco Manfred Weber. Tra i due, a quanto risulta a Francesco Verderami (autore dell'articolo), c’è stato subito un feeling, tanto che da lì è maturata l’idea di costruire l’alleanza. A una condizione, necessaria per il capo dei Popolari: l’Ecr deve mantenere un atteggiamento “collaborativo” nelle istituzioni europee. In qualche modo moderato. Vietate eventuali spinte estremiste sulla scia degli spagnoli di Vox, verso i quali Meloni non ha mai negato di nutrire simpatie. Ad ogni modo, la premier non sta lavorando da sola, ma con l’ausilio del ministro degli Esteri Antonio Tajani, altro veterano dei palazzi europei. Il sogno c’è, rompere quel monopolio europeo targato Pse-Ppe. L’impalcatura si sta formando, ma la strada verso le prossime elezioni del 2024 è ancora lunga, e i risultati dell’attuale governo saranno fondamentali per la credibilità europea di Giorgia Meloni. Può succedere di tutto.

 

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