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Pd, mezzo partito appeso a Cuperlo. L'ala sinistra contro Schlein

Claudio Querques
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Corro o non corro per le primarie? Allo psicodramma collettivo che sta vivendo in queste ore il Partito democratico si aggiunge il conflitto shakespeariano di Gianni Cuperlo. Una decisione rimandata di minuto in minuto, caldeggiata da chi crede che solo il deputato triestino potrebbe rappresentare quel che resta del patrimonio genetico della sinistra Pd. Una candidatura ulteriore la sua, da quarto incomodo. Con scarse possibilità di inserirsi nella sfida Bonaccini-Schlein, i due favoriti per il ballottaggio finale.

Cuperlo è lacerato: «Misi nota di più se mi candido o se faccio un passo indietro?», è il dilemma alla Nanni Moretti che gli toglie il sonno. Se non fosse che in questo caso a determinare tanta incertezza non sono né la timidezza del personaggio né l'egocentrismo ma il sospetto che i giochi come al solito siano già fatti. Il problema è che bisogna fare in fretta. Che il partito è precipitato nei sondaggi ai minimi storici. E che mai come in queste ultime ore la pressione dall'esterno e dall'interno si è fatta sentire. «Se corre la Schlein che si è iscritta ieri l'altro al partito non vedo perché non dovresti farlo tu», lo caricano a molla gli amici. Il timore se dovesse vincere Elly è passare dalla sinistra chic alla sinistra freak. O farsi risucchiare da quel furbacchione di Renzi, se a spuntarla dovesse essere come molti dicono il suo amico Stefano Bonaccini.

Ecco allora che dirigenti Cgil, associazionismo, Terzo settore, e quel mondo antico che ruota intorno ai nostalgici dei Democratici di sinistra invocano l'uomo della Provvidenza. Si sentono perennemente sotto accusa. Fuoco nemico e fuoco amico. Hanno il dito puntato contro. Le cooperative, la sinistra «maiorina» alla quale apparteneva Panzeri, l'ex segretario della Camera del Lavoro lombarda, l'eurodeputato del Qatargate, della mazzetta mundial. Barbara Pollastrini, una che di Cuperlo è amica da sempre, intervistata dal Riformista, lo ha detto chiaro e tondo: «La questione morale è una questione politica, se per un riferimento devi ricorrere a Berlinguer, ai film di Veltroni su Pio La Torre o ripensare ai discorsi di Moro, qualcosa manca».

Riferimento a chi si è fatto mettere con le spalle al muro su un tema che prima era prerogativa della Sinistra. Tra etica ed estetica ci vorrebbe qualcuno che avesse anche un po' più di coraggio. «Io ho posto il tema di una candidatura ulteriore non come atto di presunzione ma perché ritengo che sia giusto fare una discussione basata sulla ricchezza e che il confronto tra gli iscritti possa essere tra piattaforme diverse», ha provato a fare un mezzo passo avanti Cuperlo. Da qualche tempo si trova spesso in sintonia con Goffredo Bettini, il guru che per sparigliare e prendere tempo avrebbe voluto puntare sul sindaco di Pesaro Matteo Ricci, finito poi nell'orbita di Bonaccini. Puro senza essere duro, con quell'accusa di essere velleitario che si porta dietro dai tempi della Fgci, Gianni Cuperlo. L'inquietudine come tratto distintivo del carattere. E quella erre alla Bertinotti che lo colloca nella Ztl della Ztl. «Mi chiedo se c'è ancora lo spazio per farlo o se ci sarà un Congresso ridotto a una conta», ha svelato i suoi timori Cuperlo. Cosa farà? «Non dico ancora se ci sono o no, sono ore in cui sento le persone in cui credo, perché continuo a credere sia una scelta ragionata e collettiva».

Intanto ieri al Nazareno Stefano Bonaccini, Paola De Micheli ed Elly Schlein hanno partecipato a un faccia a faccia moderato da Walter Verini, un incontro «per una vera fase costituente» promosso da Stefano Ceccanti, Marianna Madia, Stefano Graziano e Roberto Morassut e ribattezzato da Enrico Letta «orgoglio Pd». Critiche allo statuto per lo stallo che ha paralizzato il partito, ormai avvitato in una fase costituente estenuante. E qualche amarcord (citazioni per Ulivo '96 e Lingotto 2007) per rievocare i bei tempi, riprendersi dalla depressione. Poi la «sardina» Mattia Santori ha postato su Facebook la foto della tessera Pd appena presa rivendicando il suo stile natatorio controcorrente. E quel senso di spaesamento fatalmente è tornato. 

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