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Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara vieta il cellulare nelle aule scolastiche
Vietato ufficialmente agli studenti di usare i telefonini in classe. Ieri è stata inviata alle scuole la circolare, firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi. In concreto, non viene introdotto alcun divieto. Perché il divieto già esisteva, anche se nei fatti non ha mai trovato piena applicazione. È stato stabilito a marzo 2007 con la direttiva dell’allora Ministro dell’Istruzione del governo Prodi II, Giuseppe Fioroni (oltre che in riferimento allo Statuto delle studentesse e degli studenti, Dpr del 1998). In base a tale direttiva, lo studente può portare a scuola lo smartphone, ma non può usarlo, pena l’emanazione di provvedimenti disciplinari. Dunque, ora viene semplicemente confermato e ribadito il divieto di usarlo durante le lezioni. E la nuova circolare non prevede sanzioni disciplinari (pur se in teoria varrebbero ugualmente, stando alla precedente normativa).
«Ci richiamiamo al senso di responsabilità», ha sottolineato il Ministro Valditara, invitando, peraltro, le scuole «a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire fattivamente l’impiego improprio di questi dispositivi». Nel documento appena partorito viene ammesso l’uso dei dispositivi per «finalità didattiche, inclusive e formative», su richiesta ovviamente degli insegnanti. Il punto è uno: la circolare di nuovo conio, rafforzativa dell’obbligo, potrà realmente rendere maggiormente efficace il divieto in essere? A tirare le somme, secondo le opinioni degli addetti ai lavori, essa inciderà con molta probabilità sull’omogeneizzazione del quadro in materia, visto che, da tempo, non poche scuole si sono organizzate autonomamente per limitare la presenza dei dispositivi cellulari a lezione per fini non educativi, salve eccezioni. «Saranno i docenti a scegliere se e come utilizzare gli smartphone nelle ore di lezione, promuovendone un uso consapevole. Con la circolare a firma Valditara, condivisibile nella forma e nella sostanza, non ci sarà alcun ritorno al passato a livello di uso in termini didattici dei telefoni cellulari. Si tratterà, eventualmente, di modificare o integrare il Regolamento di ciascun istituto, valorizzandone l’autonomia», spiega a Il Tempo il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli.
Cristina Costarelli, alla guida di Anp Lazio, plaude al fatto «che venga mantenuta la possibilità di adoperare i dispositivi e i device in classe per aspetti didattici e sia previsto l’utilizzo di quanto si è sperimentato con la Didattica a Distanza in pandemia». Il Ministro ha evidenziato altresì la nocività dell'uso incontrollato degli smartphone, citando una recente indagine conoscitiva della VII Commissione del Senato che ha messo in luce gli effetti dannosi che l’uso scriteriato dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi. «La circolare – assicura il Sottosegretario all'Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti - oltre ad essere una forma di rispetto nei confronti dei professori, favorirà la concentrazione dei ragazzi che solitamente sono connessi ai social per tantissime ore durante il resto della giornata». Il nodo, in generale, delle sanzioni fa discutere. Senza sanzioni verso gli istituti che non si adeguano alle disposizioni, la circolare, a detta del Codacons, «rischia di servire a poco, e di non cambiare gli abusi che vengono commessi nelle aule italiane». Solleva, infine, un’altra questione il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile: «Non vorrei – afferma - che la vigilanza da parte del personale sull’utilizzo del telefono a scuola si traducesse in ulteriori incombenze per quest’ultimo».