Bossi-Salvini, ora è guerra. il Senatur attacca, il segretario replica: "Non mi occupo di liti locali"
Il fondatore parla direttamente con Fontana e gli chiede di entrare in coalizione. Matteo, però, sarebbe pronto a mettere il veto
Il grande freddo. Tra Umberto Bossi e Matteo Salvin è ormai guerra aperta. Il fondatore della Lega, messosi a caso di un "Comitato Nord" che contesta la gestione salviniana del partito, ha varcato questa mattina il portone del Pirellone per incontrare il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Il messaggio è stato il seguente: "Noi siamo pronti a sostenere la tua ricandidatura. Anzi, prima che il 'Comitato Nord' nascesse i dissidenti passavano con Letizia Moratti, invece ora sono pronti a restare con te. Ma sei tu che devi chiederci esplicitamente l'apparentamento".
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Fontana ha lasciato la porta aperta all'ipotesi, ma non ha nascosto ai cronisti che "la via è stretta". Perché il timore è che Salvini non gradisca avere in coalizione la pattuglia dei dissidenti che gli ha mosso guerra. E, d'altronde, il segretario, interrogato sulla questione, è stato gelido: «Ognuno fa quel che crede, io lavoro giorno e notte per la Lombardia, non ho voglia di seguire polemiche territoriali. Attilio Fontana in Lombardia e Francesco Rocca nel Lazio sono garanzie per i cittadini lombardi e laziali, sono fiducioso in un ottimo risultato».
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Sul possibile appoggio della lista di Comitato Nord a Fontana, Salvini ha aggiunto: «se ne occuperà Fabrizio Cecchetti segretario della Lega in Lombardia. Ho sfide più grandi, ho in ballo una manovra di 30 miliardi di cui occuparmi, di liste e fuorusciti lascio che se ne occupi qualcun altro». Un terremoto che avviene negli stessi giorni in cui nella Lega si celebrano i congressi locali con i candidati anti-salviniani che stanno dando filo da torcere ai fedelissimi del segretario.