sul piede di guerra
Manovra, scontro aperto alla Camera sugli emendamenti: incognita sui tempi
Lavori bloccati in commissione Bilancio, conferenza dei capigruppo stoppata dopo più di un’ora di inutile trattativa tra i gruppi di maggioranza e di opposizione. Alla Camera lo scontro sulla legge di bilancio è aperto e le votazioni sugli emendamenti che modificano il testo presentato dal governo non sono ancora iniziate. Anche l’approdo in Aula del provvedimento economico resta un’incognita, in attesa delle intese tra i partiti e tra questi e l’esecutivo, alla ricerca di una soluzione su come dividere gli ultimi 200 milioni di euro a disposizione per accontentare almeno una parte delle richieste delle forze parlamentari, con le minoranze sul piede di guerra per come si sta procedendo con l’esame in commissione.
Una soluzione potrebbe essere trovata nella tarda serata, dopo la ripresa della seduta della V commissione. Un ufficio di presidenza stabilirà il timing della seduta notturna. Il mandato al relatore, che fino a ieri sera era in programma per la prossima mezzanotte, potrebbe essere votato all’alba di domani o nelle ore immediatamente successive. L’arrivo in Assemblea potrebbe essere calendarizzato per mercoledì, con un ritardo di oltre 24 ore rispetto alla tabella di marcia stabilita. Lo deciderà la capigruppo, riconvocata alle 21,30, ma tutto dipenderà dagli accordi che si riusciranno a sancire.
La tensione è salita alle stelle già dalle prime ore della giornata quando il governo ha depositato il quinto pacchetto di modifiche. Misure che per le opposizioni riscrivono completamente l’impianto della manovra e che a loro giudizio contengono anche norme ordinamentali, che non potrebbero quindi rientrare nel perimetro della finanziaria. «Il governo sta facendo tutto il possibile con i tempi ristretti che ha. Se avessimo avuto 25 mld in meno da dare all’energia, certamente avremmo fatto una manovra diversa e avremmo potuto dare molto spazio a tante istanze», ha detto a metà mattina il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, invitando i partiti alla calma e assicurando che dal governo non arriveranno altri emendamenti. Le opposizioni contestano alla maggioranza di non aver consentito la prosecuzione dei lavori. Il clima di fibrillazione si era registrato anche nella scorsa notte, con il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che avrebbe fatto sapere al governo che non andava bene la presentazione alla commissione di un unico emendamento e che bisognava procedere con lo spacchettamento. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, riferiscono fonti parlamentari, avrebbe sottolineato che era la prima volta che gli uffici di Montecitorio chiedevano una cosa del genere, con il governo che ha preso atto di tanto zelo.