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Roma locomotiva dell'economia, il futuro dell'Italia parte dalla Capitale

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L’evento «Roma locomotiva d’Italia, che giunge a completamento del ciclo d’incontri proposti da «Il Tempo» sul ruolo della Capitale nel futuro del Paese, è stato teatro di annunci importanti da parte di rappresentanti istituzionali, autorità religiose e manager presenti. Moderata dal direttore del giornale, Davide Vecchi, l’iniziativa ha mostrato con tutta evidenza come Roma, al centro di grandi eventi e progetti nei prossimi anni, sia in grado di garantire un enorme potenziale di sviluppo, in termini socio-economici, non solo per il suo territorio ma anche e soprattutto per il sistema Paese nella sua interezza. Gli interventi delle personalità che hanno partecipato si sono tutti soffermati sulle molte opportunità per l’Italia che nei prossimi anni vedranno la Capitale protagonista, a partire dal Giubileo del 2025 sino alla candidatura a Expo 2030 per concludere con quello che si annuncia come un luminoso decennio per Roma con il Giubileo straordinario del 2033.
 

UN «TESORO» DA 45 MILIARDI Una valutazione preliminare dell’Università Luiss quantifica i ritorni economici connessi esclusivamente alla semplice aggiudicazione di Expo 2030 in 45 miliardi. Ci sono poi i progetti del termovalorizzatore e del Roma Techonopole: dalla spinta a una transizione ecologica, che può ergersi a modello su scala nazionale, al consolidamento di un polo universitario per la ricerca, il trasferimento tecnologico e la formazione di alta specializzazione nelle discipline scientifiche, con 100 milioni del Pnrr già destinati all’iniziativa. Risorse europee che potranno permettere a Roma, hub italiano del cinema, di confermarsi anche Capitale della cultura: gli studi cinematografici di Cinecittà sono interessati da un grande piano di ammodernamento e ampliamento, in partnership con Cdp (300 milioni previsti dal Pnrr). Tappe di un percorso incentrato sulla sinergia pubblico-privato e teso all’ammodernamento delle infrastrutture, all’attrazione di capitali esteri, al posizionamento del nostro Paese come punto di riferimento per la gestione delle manifestazioni di peso e rilievo internazionale. Un tema toccato in apertura dall’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore di Expo Roma 2030: «Gli ’elettori’ che dovranno scegliere la sede dell’Expo sono i governi, nei confronti dei quali stiamo portando avanti una vera e propria campagna elettorale capillare. Stiamo portando alla loro attenzione quali siano i vantaggi che potranno concretizzarsi se saremo noi la loro scelta». L’intenzione di offrire al mondo una cornice unica come quella romana, con le qualità che la contraddistinguono e che può mettere a disposizione di tutti. Massolo ha evidenziato come il nostro progetto per Expo sia stato riconosciuto come ottimo nei contenuti, con una precisa particolarità: lascerà, comunque vada, qualcosa alla città. Un’eredità di cui potremo beneficiare in termini di metodo e progettualità.

LA CAPITALE "MODELLO GLOBALE" AL CENTRO DI UN SISTEMA Di RISORSE Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, insiste proprio sulla centralità di Roma e del nostro Paese a livello internazionale, soffermandosi proprio sull’opportunità che l’Expo può rappresentare. «Bisogna accendere i riflettori sulla Capitale. Proprio per questo abbiamo il dovere di sostenere la candidatura di ad Expo 2030. Ci sono competitor che ci possono mettere in difficoltà come Odessa, che ha il vantaggio di poter raccogliere consensi anche ’emozionali’. Noi contiamo di arrivare alla finale, ce la stiamo mettendo tutta, tutto il sistema Italia si sta muovendo ma non è una partita facile». Un tema strettamente legato a quello delle grandi opere, rispetto al quale Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, ha anticipato una notizia di grande rilievo, annunciando che proprio in quelle ore era in via di definizione la bozza del codice degli appalti, poi approvato nell’ultimo consiglio dei Ministri. Un codice «più snello, efficace, moderno» secondo le parole del vicepremier leghista. Che ha poi proseguito soffermandosi chiaramente sul ruolo determinante delle infrastrutture, ricordando l’utilità del ponte sullo stretto per unire il Paese, fino alla lettura dell’iniziativa «Roma locomotiva d’Italia» che ha definito «un’idea assolutamente in linea con quella di un Paese federale che valorizza le autonomie. Qualcuno le mette in concorrenza e in competizione, ma non è così. Un sistema federale, un sistema presidenziale, che mette al centro la capitale, valorizza i territori e le esperienze più positive». La sua presenza, insieme a quella del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è stata l’occasione per portare alla luce un’interessante sinergia istituzionale, che parte dai temi al centro del convegno e tocca quello della proposta del tavolo sul "piano casa", rispetto alla quale il primo cittadino capitolino ha dichiarato: «non potrei essere «più d’accordo. Noi dobbiamo essere sostenuti perché servono risorse per sistemare le persone in maniera dignitosa e assicurare il rispetto della legalità». Successivamente è passato a esporre i fronti su cui la Capitale è al lavoro per il futuro, ribadendo la centralità dei prossimi appuntamenti: «Non appena sarà firmato dal Governo il Dpcm Giubileo avvieremo tutta la manutenzione delle linee Metro e il rinnovamento delle stazioni della linea A, che vorrei diventassero come gate di un aeroporto.In più partiranno le nuove tranvie e il potenziamento delle linee ferroviarie di superficie. Grazie a Giubileo, Pnrr e progetto Expo, ma anche grazie alle scelte di visione strategica crediamo che Roma abbia una quantità di cose grandi che saranno realizzate, non in tempi biblici ma nei prossimi anni. Alcune cose le abbiamo riprese all’ultimo, come il completamento dell’intero finanziamento di tutta la linea C». Un commento interessante quello sul Panteheon, uno dei simboli del capitale rappresentato dai nostri beni culturali, che può valere il costo di un biglietto come proposto da Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura: «Ci stiamo riflettendo, potrebbe essere una scelta giusta, lui pensa ad esenzioni per i romani. Se sono risorse utili per la città può essere un’idea da valutare».

ROMA SIA SIMBOLO DI VALORI E LEGALITA' Dalla legalità citata dal sindaco prende avvio l’intervento di uno dei "big" presenti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Il tema della disponibilità abitativa è uno dei temi delle grandi città. Avremo un incontro con i sindaci di Roma, Milano e Napoli perché abbiamo condiviso l’opportunità di dedicare una particolare attenzione a tre grandi città metropolitane. Uno dei temi che allinea queste grandi città è la gestione del patrimonio immobiliare, coniugare la gestione della legalità con il tema della disponibilità di alloggi per i più bisognosi. In una realtà come Roma, il fatto che ampie porzioni della città diventino preda del fenomeno delle occupazioni abusive rende complicato l’investimento immobiliare. Credo che va ad incidere sulla capacità di attrazione degli investimenti». Una delle grandi tematiche al centro del dibattito, che vede nell’attrattività d’investitori e player internazionali una delle principali qualità da valorizzare della nostra Capitale. Riparte dagli eventi internazionali, in particolare da Expo 2030, l’intervento di Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy: «Roma è la capitale mondiale con il più alto numero di diplomatici, più di Washington. L’Italia e l’Europa devono essere faro di civiltà, dei valori e della libertà. Specie in questi giorni in cui questi valori sono minacciati, come in Cina o in Russia, ma anche in Iran. Mi auguro, dunque, che la candidatura per Expo2030 segni la rinascita di Roma, per tornare ad essere locomotiva del Paese. La capitale come centro produttivo, commerciale, per l’economia digitale che ne può fare un vero polo di sviluppo. Dobbiamo ricordare un aspetto importante: l’assioma tra valori e produzione. Per questo piacerebbe che fosse un’Expo gemellata con Odessa, simbolo così di un’Europa di nuovo faro dei valori di libertà nel mondo. Significherebbe mettere insieme i valori dell’occidente e permettere all’Europa di essere la locomotiva del mondo». Fattori che possono rafforzare il suo ruolo guida, basato dunque su risorse di carattere economico, industriale, ma anche «valoriale». Un tratto evidenziato dalle parole di Monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II, nonché consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio: «Nei cromosomi di Roma c’è l’idea di una città che non può restare chiusa tra le sue mura. Deve aprirsi per sua natura al mondo intero. Nel periodo di Carlo Magno, Roma donava la grazia ai condannati a morte. Nella storia di Roma c’è la sua essenza di motore delle civiltà europee. Pio XII è stato colui che ha riscoperto la forza del cristianesimo, il dialogo Stato-Chiesa rappresenta una grande risorsa per la collettività. Mi auguro che il prossimo Giubileo possa confermare il ruolo di questa città nel mondo, che ospita il Vaticano e il vero leader morale mondiale, il nostro Papa Francesco. Potrà essere necessario un nuovo incontro per parlare di questa ’Roma locomotiva d’Italia’, lavorando a una nuova grande idea di città importante per il futuro di tutti».

INVESTIRE PER UNA CITTA' CHE TORNI ATTRATTIVA Una Capitale che ha necessità di viaggiare velocemente. A fronte delle tante risorse che può offrire, ce ne sono tante altre che sono messe a disposizione proprio per sostenere la città e il suo territorio nel suo ruolo di protagonista trainante delle sorti del Paese e, come esposto dai tanti interventi, anche dell’intero continente europeo. Su questo fronte ci sono state le significative dichiarazioni dell’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris: «Quattro miliardi di euro di investimento su Roma nei prossimi dieci anni per rendere la capitale una città sempre più attraente, dove i suoi residenti privilegeranno il mezzo pubblico all’auto privata considerando l’intero sistema ferroviario cittadino come «una grande metropolitana a cielo aperto». È questo l’obiettivo illustrato dal manager, che ha sottolineato la presenza capillare del Gruppo Fs sul territorio. «Nel solo comune di Roma gestiamo 43 stazioni, 99 nell’area della provincia e ben 167 in tutta la regione Lazio. Con la chiusura dell’Anello ferroviario si creerà una rete integrata con l’alta velocità e la linea ferroviaria secondaria, oltre che al collegamento con l’aeroporto di Fiumicino, su cui stiamo lavorando con Aeroporti di Roma». Con questi numeri il Gruppo Fs è pronto a fare la sua parte per una Capitale che si appresta a vivere appuntamenti cruciali, come quello del Giubileo 2025. Per questo appuntamento che richiamerà a Roma milioni di pellegrini, sono stati avviati da Ferrovie dello Stato numerosi progetti dalla riqualificazione di Piazza dei Cinquecento all’hub di Tiburtina, allo sviluppo del Parco dell’Appia Antica e, infine, la chiusura dell’Anello Ferroviario». (Mario Benedetto)
 

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