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Qatargate-Ue, linea dura del Pd: Cozzolino sospeso

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Il Pd sceglie la linea dura e sospende Andrea Cozzolino. L'europarlamentare dem non è indagato e si è dichiarato "estraneo ai fatti", ma il suo nome è stato tirato in ballo da Francesco Giorgi, al centro del Qatargate.

Il Nazareno si muove appena il primo dei suoi eletti viene coinvolto, anche se lateralmente, dalle ricostruzioni. Enrico Letta chiede in mattinata alla Commissione nazionale di Garanzia del partito di riunirsi "con la massima urgenza". L'organo si riunisce poche ore dopo, nel pomeriggio, e delibera di sospendere cautelativamente Cozzolino, che si era già autosospeso dal gruppo S&D del Parlamento europeo, dall’Albo degli iscritti e degli elettori del Pd, "nonché da tutti gli organismi del partito di cui dovesse eventualmente essere parte. E ciò fino alla chiusura delle indagini in corso da parte della magistratura relative allo scandalo Qatargate".

Abbiamo dato "una risposta ferma ed inequivocabile allo scandalo scoppiato a Bruxelles", sottolineano i dem che ricordano che data la "gravità" dei fatti emersi Letta ha scelto proprio il Parlamento, in occasione delle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, per dire parole chiare di condanna rispetto a quanto accaduto. "Abbiamo proposto subito la creazione di una Commissione d’inchiesta parlamentare a Strasburgo, con pieni poteri e tempi certi e abbiamo deciso di costituirci parte civile nel processo: siamo parte lesa e vogliamo la verità", è la linea. La delibera della Commissione applica "con inflessibilità" le regole di tipo cautelativo presenti nello Statuto Pd e lo stesso, è l'avvertimento, "avverrà nei confronti di eventuali altri esponenti del Pd coinvolti". Il partito, scandiscono dal Nazareno, "pretende onore, disciplina e rettitudine nei comportamenti da parte chi lo rappresenta nelle Assemblee elettive e in ogni incarico di responsabilità pubblica".

La questione morale, in ogni caso, è ormai a tutti gli effetti al centro del congresso. Plaude alla decisione assunta dalla commissione Stefano Bonaccini, a Roma per un evento di campagna congressuale insieme a Matteo Ricci e a tanti dirigenti del Pd romano. "Il Qatargate è una roba scandalosa, se venisse confermato tutto sarebbe un pugno nello stomaco per chi crede che la politica sia una cosa bella e pulita. Onestà, sobrietà e questione morale non sono solo di una parte", sentenzia il governatore dell'Emilia Romagna. "Sono giusti i provvedimenti presi - gli fa eco Ricci - Non ci sono forze politiche immuni alla corruzione e proprio noi che diamo alla sobrietà un valore molto alto dobbiamo tenere alta la guardia".

Paola De Micheli fa un passo in avanti: "Nella mia mozione ci sarà il finanziamento pubblico ai partiti. Se vogliamo raddoppiare il 2xmille per i partiti, introdurre il modello tedesco, sono convinta che per la politica la relazione con i privati è un elemento di rischio che non ci possiamo più permettere". Anche Elly Schlein parla di "scandalo di proporzioni enormi" e invita a prendere le giuste contromisure. Domani i candidati saranno in piazza Santi Apostoli insieme al segretario per protestare contro la legge di Bilancio del Governo e l'incontro si ripeterà al Nazareno il 22 dicembre su invito di un gruppo di parlamentari tra i quali Stefano Ceccanti e Graziano Delrio, che chiedono un "profondo rinnovamento" del partito "rafforzando e partendo da radici, valori e ideali che erano e sono alla base della nascita del Pd: quelli dell'Ulivo '96 e quelli del Lingotto e delle primarie 2007".

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