Il Pd di Bonaccini riparte da Botteghe Oscure. Ma l'umore è sempre nero
«Quando mi hanno proposto di fare l'incontro in via delle Botteghe Oscure ho detto subito di sì». Claudio Mancini, ex «giovane turco», uomo da sempre vicinissimo al sindaco Gualtieri, riesce a strappare un sorriso ma l'umore della platea è color nero seppia. È un Pd terremotato quello che Matteo Ricci ha chiamato a raccolta ieri pomeriggio al Teatro dei Ginnasi invitando Stefano Bonaccini. Titolo: «Sinistra popolare». Sul marciapiede opposto c'è la storica sede, l'ultimo simbolo al quale aggrapparsi. E poco importa se nel frattempo l'ex quartier generale del Pci ha cambiato destinazione d'uso. Siamo dentro il perimetro della Ztl, la forza centrifuga, il mulinello nel quale sono finiti i dem che ora rischiano di affogare travolti dal caso-Qatar. Per consacrare la loro alleanza il sindaco di Pesaro, Ricci e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Bonaccini, candidato alla segreteria del partito, hanno scelto un luogo evocativo. Ma in teatro di romani e di big se ne vedono pochi: Lorenza Bonaccorsi, presidente del I Municipio, il deputato Andrea Casu, il consigliere comunale Riccardo Corbucci, Giulio Bugarini, caposegreteria di Gualtieri e Giulia Tempesta, anche lei consigliere capitolina che presenta dal palco. Le poltroncine sono 117 e alcune sono vuote. Invitati speciali gli amministratori locali, il «partito sano», esibito in prima fila.
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Basta però che l'europarlamentare Achilli Variati, lanci un invito «a non accettare regali» per evocare il convitato di pietra che aleggia sulla convention: «Quella sacca piena di soldi del Qatargate che ha scalfito l'immagine pulita di tanti sindaci che amano la sobrietà», si indigna Variati. L'applauso riservato a Sinisa Mihajlovic scalda il teatro, quindi è la volta del leader. «La questione morale deve tornare in primo piano - dice Bonaccini- ma attenti a non buttare via il bimbo con l'acqua sporca. Lo dobbiamo alla stragrande maggioranza di iscritti, elettori, militanti, amministratori, sono persone perbene, oneste. Ma quello che abbiamo visto, anche se riguardasse solo uno, è da voltastomaco e deve dirci che dobbiamo essere inflessibili. In tutte le famiglie c'è chi può sbagliare ma devono esserci gli anticorpi».
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Ci vorrebbe «un'altra-Seltzer esistenziale» direbbe Woody Allen per tirare su il morale delle truppe dem. Ci prova collegato da remoto Michele Emiliano: «Bonaccini incarna un desiderio di riscatto ed è un esempio di buongoverno -si schiera il presidente della Regione Puglia -. Molti di noi si sono sentiti soli, il partito era un'entità estranea, lontana da nostri problemi». Il prossimo 22 dicembre vertice al Nazareno tra candidati e big. Presente anche Enrico Letta. Iniziano i giochi.
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