flussi migratori
Migranti, il piano di Piantedosi sulle Ong: "Decreto flussi dopo le festività"
Il decreto flussi “non è rimandato” credo che ”dopo le festività saremo pronti”. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ai microfoni di SkyTg24 ‘Live in Bergamo’.
Leggi anche: Sicurezza, subito più agenti in strada. Dal Viminale l'impegno per Roma, Milano e Napoli
Il ministro ha spiegato che il programma del governo sulla gestione dei flussi migratori "è un'idea che tiene conto della posizione geografica del nostro Paese, l'ambizione del nostro governo è governare i flussi d'ingresso. Per fare questo ci deve essere un coordinamento complessivo nell'azione di governo. Ci sarà un primo provvedimento che potrebbe arrivare dopo le festività". Riguardo alla questione dei migranti, ”per le Ong stiamo pensando alla ridefinizione di un quadro di regole, si è parlato molto di codice di condotta. Pensiamo a qualcosa che possa trovare ingresso in una normativa di settore ma è una questione molto tecnica” ha aggiunto il ministro dell’Interno.
”Nell’annosa questione che esiste tra cos’è la missione di salvataggio e che cosa sono le ricerche sistematiche di persone che partono sotto l’iniziativa dei trafficanti vogliamo mettere delle regole che possano creare elementi chiari di distinzione, alla cui violazione possono seguire meccanismi sanzionatori. Stiamo lavorando perché questo tipo di regolamentazione possa trovare una nuova edizione in un provvedimento normativo che ci riproponiamo di adottare quanto prima” ha sottolineato Piantedosi. ”Vogliamo riportare la questione delle Ong in campo amministrativo per avere una connotazione di minore gravità e allo stesso tempo strumenti più efficaci e diretti di applicazione delle sanzioni”, ha chiarito.
Leggi anche: Migranti, svolta di Piantedosi: "Nuove regole per le Ong. Salvare vite tocca allo Stato"
”Registro – ha continuato il ministro – che molte volte il comportamento di alcune organizzazioni non governative sembra essere improntato più che a effettuare veri e propri salvataggi a un’azione preordinata a portare solo in Italia i migranti che partono dalla Libia e da altri Paesi”. Quanto ai rapporti con Parigi, ”non abbiamo mai fatto la guerra con la Francia e non abbiamo mai litigato. Io ho incontrato il mio omologo francese in ben due appuntamenti istituzionali e in entrambe le occasioni non ho registrato atteggiamenti di discordia anzi quando siamo intervenuti ai lavori dei Consigli dei ministri europei ho potuto riscontrare che abbiamo posizioni ampiamente sovrapponibili”.