alla festa di fdi
Migranti, svolta di Piantedosi: "Nuove regole per le Ong. Salvare vite tocca allo Stato"
La pioggia non ferma la festa. La tre giorni di piazza del Popolo per celebrare il decimo compleanno di Fratelli d'Italia s' apre con un bagno di folla. È solo l'antipasto di ciò che avverrà sabato alle 17.30, quando interverrà Giorgia Meloni. FdI compie dieci anni e indossa l'abito buono della festa. All'ingresso, ospiti, dirigenti politici, militanti e giornalisti sono accolti da un mega -pannello che ripercorre le tappe fondamentali dal 2012 a oggi: le foto -simbolo, la storia del partito, i manifesti elettorali che hanno fatto epoca (dal primo, con lo slogan «Senza paura», all'ultimo: «Pronti»), le percentuali inesorabilmente in crescita dall'1,96% del 2013 al 26% delle ultime elezioni politiche. Da una scelta coraggiosa e all'epoca velleitaria fatta per rifondare la destra a Palazzo Chigi.
«Dieci anni di amore per l'Italia» ripercorre i formati classici delle kermesse FdI: l'enorme tensostruttura per i dibattiti, il mercatino di Natale (la pista sul ghiaccio di Atriju 2021 del dicembre 2021 a piazza Cavour lascia spazio al padel), la goliardia con tanto di indentikit per il perfetto candidato alle primarie Pd: occhi della tigre, soldi dal Qatar, stivali di Soumahoro, cane della Cirinnà. Non mancano l'enorme stella cometa natalizia illuminata, il presepe vivente, attività e ani mazione per bambini e due giganteschi alberi di Natale. L'atmosfera gioiosa e l'orgoglio dei militanti non tolgono però spazio alla politica. Applausi scroscianti per il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi quando dice che devono essere gli «Stati e non le Ong a salvare vite», annunciando che il governo sta studiando nuove regole e sanzioni (un «codice di condotta nazionale») per le mavi private delle Ong. Quanto al caso Soumahoro, il ministro dell'Interno lo definisce «deprimente per chi invoca la fratellanza mondiale. «Questo episodio ha fatto emergere tante contraddizioni del sistema».
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Applausi a raffica anche per Ignazio La Russa, uno dei co fondatori di Fratelli d'Italia. Il presidente del Senato, intervistato da Bruno Vespa, racconta la genesi del partito. «Non ci ponevamo limiti rispetto alle nostre idee: avrebbero trionfato e di questo ho sempre avuto la certezza assoluta», dice rivelando: «Berlusconi ci chiese: "Perché andate via? Restate". Ma era contento che andassimo via». Giorgia Meloni del resto era una leader predestinata. «Le leadership si conquistano, o ci sono o non ci sono. E Giorgia lo dimostrò subito. E chi più di Giorgia poteva aprirci le porte del futuro e aspirare a diventare presidente del consiglio? A Giorgia non gliene frega di avere un ruolo se quel ruolo non serve a realizzare le sue idee. Se le dicono che per stare lì 5 anni deve navigare facendo surf, Giorgia si dimette, se ne va e torna da Ginevra.
È fatta così», sottolinea il presidente del Senato che ribadisce che nello svolgimento del proprio ruolo non sarà «un semaforo. Dirigo l'Aula ma fuori esprimo le mie idee». «Il mio obiettivo - dice - è lavorare a quella pacificazione a cui fece cenno Violante ma poi trascurata da altri presidenti. Se sposterò in avanti anche di un centimetro il reciproco riconoscimento delle ragioni degli altri, io mi considererò soddisfatto». La seconda carica dello Stato rilancia poi l'idea della mini-naja su base volontaria e le riforme costituzionali a partire dal presidenzialismo anche se - precisa - «siamo aperti al confronto su altri modelli» come semipresidenzialismo alla francese o premierato forte. Quanto al reddito di cittadinanza, «va tolto a quel 25% che lo ha percepito indebitamente».
Ma, governo a parte, è inevitabile che l'attenzione di tutti sia rivolta alla scelta del candidato presidente della Regione Lazio. «Ci dobbiamo aspettare il candidato migliore possibile che sceglierà Giorgia Meloni e batterà tutti senza dubbio. Saprete a breve chi», dice Chiara Colosimo. Il segretario regionale Paolo Trancassini, uno dei nomi caldi come candidato governatore, dribbla il tema: «Una cosa è certa: noi le elezioni le vinciamo. Metteremo in campo la migliore squadra possibile e andremo in giro nei territori a spiegare il programma di FdI e del centrodestra. Non possiamo che essere consapevoli ma anche sereni - prosegue - Siamo il primo partito e qualunque aspetto politico ci permette di guardare a questa campagna elettorale con serenità».
Ma sul fatto che il nome possa essere annunciato nel corso della kermesse nessuno è disposto a scommettere. «Può darsi, ma non è sicuro», viene spiegato. Così come nessuno si sbilancia sui nomi, che restano sempre gli stessi. Il candidato governatore resta comunque il convitato di pietra della festa che riprenderà questa mattina alle 9.30 e proseguirà fino a domani, quando toccherà finalmente a lei: Giorgia.