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Odio europeo su Meloni: “La Duce” al primo posto dei “distruttori”

Pietro De Leo
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C'è l'Europeismo, con la maiuscola, che è una cosa seria, ed è lo sforzo teso a far sì che il processo di integrazione comunitaria si compia, non negando ma affrontando le difficoltà. E c'è poi l'europeismo, quello con la minuscola, che è lo spirito di conservazione di una certa ideologia da conventicola, che tratteggia la questione comunitaria come un salotto con selezione all'ingresso. Pare di coglierne un soffione, di questo europeismo minuscolo, nella classifica stilata da «Politico.eu». Si tratta di una rivista online molto addentrata nell'establishment brussellese. Ebbene, al primo posto dei «Distruttori» colloca il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. «Sta facendo di tutto per presentarsi come non minacciosa», scrivono a descrizione del loro ranking. E ancora, «ciò che rende Giorgia Meloni diversa dagli altri euroscettici è il chiaro percorso che ha tracciato verso la rispettabilità mainstream, specialmente a Bruxelles», argomentano ripercorrendo gli ultimi posizionamenti politici che l'hanno vista salire alla guida dell'ECR, partito conservatore europeo. Par di cogliere, nella prosa traversata da un sottile rigagnolo velenoso, la convinzione che anche le scelte inequivocabilmente filo occidentali della leader di Fratelli d'Italia, non ultima l'adesione alla linea della di Casa Bianca e Nato sulla Guerra in Ucraina siano da annoverare più alla tattica che ad un serio percorso. Evidentemente, ai valutatori col ditino alzato, non è bastato nemmeno il filo del confronto allacciato negli ultimi mesi tra la famiglia conservatrice e la Commissione Europea, che ha avuto come scaturigine pratica l'elezione di un vicepresidente dell'Europarlamento.

 

 

Riassumendo: se Giorgia Meloni non dialoga, sbaglia. Se dialoga sbaglia lo stesso. Questa è la legge dell'establishment mediatico aggrappato ai vetri dei Palazzi di Bruxelles. C'è sempre il peccato originale, ovviamente del tutto virtuale: «Sulla questione delle radici fasciste del suo partito prima delle elezioni di settembre - scrive Politico - ha rilasciato una dichiarazione video che sconfessa l'ideologia in lingua francese, inglese e spagnola». Ovviamente, è per costoro assolutamente trascurabile che il partito sia nato nel 2012 e che oggi attragga anche persone di esperienze del tutto estranee dalla destra a cavallo tra i due millenni.

 

 

E se sul confronto in ambito comunitario, evidentemente, pesano ancora le zavorre del pregiudizio, sul piano interno si sparge la nube fetida dell'odio. Dopo certe, gravissime esibizioni social dei giorni scorsi, il deputato toscano di Fratelli d'Italia, Riccardo Zucconi, denuncia che un'altra sede del partito è stata imbrattata, stavolta a Massa. «Tutto questo odio misto ad atti intimidatori è da condannare fermamente», ha dichiarato. E ancora nella notte di ieri è toccato alla sede della Lega a Firenze. Le vetrine sono state deturpate con lo spray rosso ed alcune scritte che si collocano nella nutrita serie dei vandalismi anti centrodestra, ossia scritte come «Odia il padrone non l'immigrato» e il grande classico «fasci appesi». «Viene da interrogarci hanno scritto in una nota congiunta i consiglieri comunali del capoluogo toscano come mai questi attacchi si verificano con una certa costanza».

 

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