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Stop al bonus per i 18enni, ma nasce la “carta cultura”. Scontro Renzi-maggioranza

Benedetto Antonelli
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Stop al bonus cultura per i 18enni per destinare le risorse ai lavoratori dello spettacolo, ai carnevali storici, al Vittoriano di Roma e alle celebrazioni per l'anniversario di Guglielmo Marconi. Ma, allo stesso tempo, l'impegno a creare una nuova carta della cultura. Gli emendamenti alla manovra preludono già scintille in Parlamento tra maggioranza e opposizione. Italia Viva è pronta infatti a dare battaglia all'abrogazione dell'app voluta dall'allora premier Matteo Renzi per l'acquisto di libri e biglietti per cinema, concerti, mostre dei giovani e fa girare una petizione contro la proposta. Intanto è attesa oggi la "tagliola" delle ammissibilità per scremare i 3.104 emendamenti presentati, tra i quali una valanga di micro-norme. Poi sarà il turno dei "segnalati". Come detto, un emendamento di 29 commi firmato da esponenti di FdI, Lega e Fi abroga la cosiddetta 18app e ne redistribuisce i 230 milioni di stanziamenti, tra gli altri, al fondo pensioni per i lavoratori dello spettacolo, ad un fondo per il libro, alle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi.

 

 

Renzi ritiene che sia una scelta profondamente sbagliata: «Il bonus 18enni voluto dal mio governo sta diventando un modello in tutta Europa. Dopo la Francia, anche la Germania. Ne ho parlato in assemblea. Ne parlerò nei prossimi giorni ai ragazzi di TikTok. Sulla cultura bisogna investire, non fare come chi dice "con la cultura non si mangia". Sono pronto anche all'ostruzionismo parlamentare». I firmatari dell'emendamento che abroga l'attuale bonus 18 ribattono che non si intende limitare l'accesso dei giovani alla cultura. Tutt'altro. Federico Mollicone (FdI), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia) assicurano che «il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18app con una nuova "carta cultura" è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell'applicazione che viene largamente utilizzata per l'acquisto dei libri di testo».

 

 

In manovra spuntano emendamenti anche alla revisione del superbonus, affrontata anche nel dl Aiuti Quater, a firma sia di Forza Italia e FdI che del M5S. Il governo intanto è al lavoro per concedere un mini rinvio per la presentazione delle comunicazioni di inizio lavori asseverata (Cilas) dal 25 novembre attuale al 31 dicembre e una soluzione per sbloccare il nodo della cessione dei crediti. In legge di Bilancio non si esclude poi un braccio di ferro per il rialzo delle pensioni minime a 600 euro sostenuto da Forza Italia, sullo stop al reddito di cittadinanza del M5S e sulla reintroduzione dei voucher che ha fatto infuriare i sindacati, tra le misure-bandiera dei partiti. Ma al centro delle proposte di modifica, oltre ai cavalli di battaglia delle forze politiche, ci sono anche una miriade di mini-norme. Spunta infatti la proposta della Lega di rafforzare il tax credit per la musica, citando le success story dei Maneskin e Vasco. Arriva poi la proposta di estensione per 12 mesi del bonus baby sitter e nidi da 500 euro mensili per le mamme con reddito entro i 35mila euro annui, il bonus fino a 150 euro sull'acquisto di frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici a basso consumo energetico, l'introduzione di una tassa sul marmo a favore dei comuni di Massa e Carrara. Italia Viva, invece, propone un contributo di 300 euro per l'acquisto di parrucche per pazienti oncologici. È di Maria Elena Boschi l'emendamento per riconoscere la vulvodinia come malattia invalidante, chi ne soffre riceverebbe un contributo di mille euro. Mentre il Pd vuole rifinanziare il bonus psicologo. Mentre sono in arrivo alcuni emendamenti del governo, concordati tra il premier Giorgia Meloni, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il ministro per il Sud Raffaele Fitto, per sostenere e promuovere nel 2023 gli investimenti nei territori del Mezzogiorno.

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