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Follie senza fine dell'Ue. Dal green ai diritti gay: portate avanti solo battaglie ideologiche

Pietro De Leo
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Lavora l'Europa, oh sì. La lentezza dimostrata nel centrare obiettivi urgenti, come un tetto (efficace) al prezzo del gas o una gestione del dossier migratorio trova come contrappeso l'efficacia nel raggiungere traguardi che riguardano i suoi mantra culturali. Tipo il dogma green. In questo senso, qualche giorno fa la Commissione Europea ha dato il via libera al piano della Francia per vietare i voli a corto raggio quando la destinazione della rotta può essere raggiunta in via alternativa con una tratta ferroviaria. Questa novità riguarda tre rotte, in luogo delle otto che erano state previste inizialmente, tuttavia Parigi fa da apripista di una nuova iniziativa di sinergia dirigista che potrebbe coinvolgere anche altri Paesi. «Sono orgoglioso che la Francia sia pioniera in questo settore», ha affermato il ministro delegato ai trasporti, Clement Baune. E che il dibattito sul tema potrebbe allargarsi lo dimostra il fatto che, qui da noi, il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha subito lanciato un appello: «Il governo batta un colpo». Peraltro che questa innovazione sia decisiva per il rispetto dell'ambiente non è così inconfutabile. Va bene che è parte in causa, ma da «Iata», l'associazione internazionale delle compagnie aeree, citano uno studio Eurocontrol, in base al quale se si cancellassero tutti i voli inferiori a 500km in Europa si taglierebbe il 24% del traffico aereo ma si ridurrebbero le emissioni CO2 soltanto del 3,8%.

 

 

E poi c'è un'altra iniziativa posta in campo dall'Esecutivo europeo. E riguarda la cosiddetta «genitorialità transfrontaliera». Un principio che, nel 2020, durante il discorso dello Stato dell'Unione, era stato affermato come obiettivo da Ursula Von der Lyen: «Chi è genitore in un Paese, è genitore in tutti i Paesi». Detto così, pare scontato. Ma lo è di meno se si considera che alcuni Paesi europei hanno sancito la possibilità di diventare genitori anche attraverso l'utero in affitto, pratica che in Italia è vietata. Dopo un lavoro lungo più o meno due anni. Nel corso del quale, come ebbe a riconoscere il Presidente della Commissione Giuridica Vazquez Lazara, non è escludibile che nella fattispecie possano rientrare anche forme di «plurigenitorialità», su cui per esempio in Olanda c'è un dibattito. Ebbene, ieri la Commissione ha presentato la proposta di regolamento per armonizzare i sistemi giuridici. Non è l'ultimo passo, perché sia il Consiglio europeo che il Parlamento dovranno vagliare e varare il testo.

 

 

Ma quale può essere il rischio lo fa notare l'eurodeputata della Lega Simona Baldassarre. Il regolamento, scrive, è «uno schiaffo alla competenza nazionale sul diritto di famiglia e al principio di sussidiarietà», infatti «omologare le norme sul diritto alla genitorialità e creare un certificato europeo di genitorialità significa obbligare Paesi come l'Italia a riconoscere le definizioni più stravaganti di famiglia», come appunto «la plurigenitorialità». Ovviamente festeggia la sinistra, con la deputata Laura Boldrini che osserva: «Se il regolamento verrà approvato in via definitiva il governo Meloni dovrà adeguarsi, mettendo da parte la sua visione oscurantista della società». Di nuovo, dunque, la dignità della donna e della creazione della vita sono messe in pericolo da quell'ideologia arcobaleno che, a Bruxelles, trova sempre attenti ascoltatori.

 

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