guerra dei rimborsi
M5s, Conte chiede il Tfr a Di Maio e agli scissionisti: "Azioni di recupero"
La telenovela sulla scissione del Movimento 5 Stelle non finisce con la nuova legislatura: Giuseppe Conte è intenzionato a chiedere il Tfr a chi ha abbandonato la barca grillina come Luigi Di Maio. E per farlo prevede anche "azioni di recupero". Insomma, come da tradizione pentastellata finisce a stracci che volano altezza uomo e liti per i soldi.
Il capo politico del M5s, riporta Repubblica, sta infatti preparando le nuove regole sul trattamento economico di parlamentari ed ex e tra le clausole allo studio dell'ex "avvocato del popolo" ce n'è una dedicata agli "scissionisti". "Riguarda la posta più preziosa, per chi ha perso lo scranno in Parlamento: l'assegno di solidarietà, altrimenti detto trattamento di fine mandato. Insomma, il tfr. Circa 45mila euro che i parlamentari ricevono una volta usciti dal Palazzo", scrive il quotidiano. Chi è rimasto fedele al Movimento dovrebbe restituire al partito, in base alle nuove regole sui rimborsi, il 20% del bonifico di Montecitorio o Palazzo Madama.
I transfughi, invece, sono chiamati a versare la quota secondo le regole varate l'11 aprile del 2021. A conti fatti si parla di pagare 30mila euro, con i restanti 15mila che potranno essere trattenuti dal beneficiario del simil-Tfr parlamentare. La cifra resta di restare solo sulla carta, perché come si fa a obbligare chi ha lasciato a rispettare regole di un partito di cui non fa più parte? Difficile dirlo, ma Conte sta valutando "azioni di recupero" per chi non manderà il bonifico.
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Da Luigi Di Maio a Lucia Azzolina fino a Sergio Battelli, la lista di chi ha voltato le spalle ai 5Stelle è lunga e la somma totale fa un bel tesoretto. Anche perché la riduzione dei parlamentari e il risultato elettorale del Movimento del 25 settembre hanno ridotto di molto le entrate a via di Campo Marzio. Tanto che, secondo quanto trapela, la quota che i parlamentari grillini versano al Movimento - 2.500 euro - è destinata a cambiare nella sua destinazione. Nella bozza la quota al partito passa da mille e duemila euro, le restituzioni ad associazioni no-profit o al microcredito delle imprese da 1.500 e 500 euro.