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Gli appunti di Giorgia Meloni: ecco la verità su contanti, Pos e Reddito di cittadinanza
Giorgia Meloni apre il suo ufficio di Palazzo Chigi alla diretta Facebook. Un appuntamento che avrà cadenza settimanale. Si chiamerà "Gli appunti di Giorgia" e sarà il momento in cui il premier affronterà «i temi più caldi e interessanti». La prima puntata è dedicata a tre questioni principali: tetto al contante, pagamenti col bancomat e riforma del reddito di cittadinanza. In poco più di venti minuti il presidente del Consiglio cerca di smontare le critiche delle opposizioni e di spiegare le proprie ragioni.
Sulla scrivania, alle sue spalle, sono poggiati tre alberelli in miniatura a riproduzione del Tricolore. «In molti mi chiedono perché io giri sempre con un quaderno d'appunti», esordisce Meloni, mostrando un'agenda blu con il suo nome in stampatello seguito da una stella. «Io giro sempre con un quaderno d'appunti perché scrivo tutto, quello che devo fare, quello che devo ricordare, scrivo quello che penso, scrivo risposte alle domande che leggo. In questi quaderni c'è praticamente tutto il mio lavoro». Ecco allora che questa rubrica social «servirà per condividere questo lavoro».
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Nell'introduzione elenca alcuni provvedimenti presi dall'esecutivo: l'ergastolo ostativo, il decreto sui rave illegali, i 30 miliardi contro il caro energia e lo sblocco delle estrazioni di gas nel Mare Adriatico. Una menzione particolare va alla «tragica emergenza di Ischia». A questo punto, Meloni decide di affrontare i temi legati alla manovra finanziaria. «Crediamo nella crescita e nelle aziende secondo il principio del "non disturbare chi vuole fare"», spiega il premier, che poi ricorda gli interventi su cuneo fiscale e pensioni minime. Esaurito questo preambolo, Meloni si toglie qualche sassolino dalle scarpe, perché «un conto è la critica, un altro è raccontare le cose in modo diverso dalla realtà».
Così, apre l'agenda e va al capitolo del tetto al contante, che il governo porterà da mille a cinquemila euro. Come mai è stato fatto? Perché «banalmente sfavorisce la nostra economia». Il premier fa notare che la Germania non ce l'ha, l'Austria nemmeno. «Non tutti forse sanno che l'anno in cui in Italia c'è stata meno evasione fiscale è il 2010», quando «il tetto al contante era cinquemila euro. Più fai salire il tetto al contante meno favorisci l'evasione. Più l'abbassi e più favorisci l'evasione». Secondo sassolino nella scarpa: obbligo del Pos. Meloni spiega che ancora nulla è deciso: «Il governo sta valutando la possibilità di non obbligare i commercianti ad accettare il pagamento elettronico per piccoli importi. La soglia dei 60 euro è indicativa, per me può essere anche più bassa, c'è un'interlocuzione in corso con la Commissione Ue, vedremo come andrà a finire».
Poi le ragioni del provvedimento: «La moneta elettronica ha un costo a carico dall'esercente. Quando pago il gelato o il giornale con il bancomat, quel commerciante paga una commissione, io non pago di più, loro guadagnano di meno. Se il costo del pagare con il bancomat ricadesse sudi me pagherei con il bancomat? Probabilmente no. E io penso che questa libertà debba valere anche per l'esercente. Si dice che favorisce l'evasione fiscale. Signori, da qualche anno abbiamo gli scontrini».
Infine, il reddito di cittadinanza: «Tra le cose che ho sentito dire c'è anche "la Meloni ci toglie il reddito e ci costringe ad andare a rubare". Tra il reddito e rubare l'opzione di andare a lavorare forse la si dovrebbe prendere in considerazione». Il premier assicura che tutti i soldi recuperati «verranno reinvestiti su chi è più in difficoltà e sulla possibilità di trovare un nuovo lavoro». «È vero che trovare lavoro è difficile in Italia aggiunge - ma forse non è nemmeno così difficile».
Meloni racconta che alcune aziende chiedono di far entrare gli immigrati, perché i lavoratori non si trovano. Significa che le occupazioni ci sono, basta volerle. «Io voglio aiutare persone a uscire dalla povertà con il lavoro - aggiunge - Il lavoro porta ovunque, il reddito di cittadinanza ti tiene dove sei, non c'è scampo». La diretta Facebook di Meloni, dopo oltre 20 minuti, finisce qui. Ma è solo la prima puntata.