Condono Ischia, Conte sotto accusa: il testo del decreto smentisce l'ex premier
Mentre a Ischia si scava per recuperare i corpi delle vittime sepolti dal fango, le polemiche politiche travolgono Giuseppe Conte. A finire sotto accusa è il condono edilizio che il capo del M5S fece approvare nel 2018, quando era presidente del Consiglio e che riguardava nello specifico proprio l'isola campana. La contestazione che viene fatta all'ex premier si può riassumere così: molte delle case spazzate via dalla frana non dovevano trovarsi lì, invece di abbattarle si è permesso di sanarle. Conte, intervenuto alla trasmissione Mezz'ora in più su Rai3, respinge le accuse: «Quello del 2018 non era affatto un condono. Ci trovammo davanti a un blocco totale. A Ischia avevamo richieste di condono per circa per circa 27mila abitazioni sulle circa 60mila dell'isola. Quindi occorreva accelerare pratiche impantanate, ma non si è trattato di un condono, né ci fu alcuna deroga ai vincoli idrogeologici». Il leader pentastellato è categorico: «Cercammo di sbloccare una situazione che era ingestibile, ma senza derogare ad alcun vincolo».
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Occorre ricordare qual è il provvedimento in questione. Si tratta del decreto legge 109 del 28 settembre 2018, convertito in legge il 15 novembre. Era il famoso "decreto Genova". Il provvedimento conteneva «interventi urgenti per il sostegno e la ripresa economica del territorio» del capoluogo ligure dopo la tragedia del Ponte Morandi.
Il decreto finì per interessarsi anche ad altre questioni, come la ricostruzione delle abitazioni di Ischia colpite dal terremoto del 2017. Interventi necessari e importanti su cui nessuno avrebbe avuto da ridire, se non fosse spuntato il famoso articolo 25, quello sul condono.
Oggi Conte dice è sbagliato usare quella parola. Ma Matteo Renzi, che già quattro anni fa condusse un'agguerrita battaglia in Senato, invita a leggere il testo del provvedimento. Il titolo dell'art. 25 recita: «Definizione delle procedure di condono».
Quali sono queste procedure? «Al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui al presente decreto, i Comuni di cui all'articolo 17, comma 1, definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017 pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto». Per ben due volte viene utilizzato il termine «condono».
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I Comuni in questione sono quelli di Forio, Lacco Ameno e Casamicciola Terme. Quest' ultima è il centro travolto dalla frana di due giorni fa. Che si trattava di un condono lo pensa anche l'allora ministro dell'Ambiente, il grillino Sergio Costa, attuale vicepresidente della Camera: «Quel territorio, lo sappiamo bene, ha subito delle aggressioni edilizie. Senza gettare la croce su nessuno, perché questo non è il momento delle polemiche, però le ha avute. Nel 2018 io non ero d'accordo con il condono edilizio, credo di essere stato l'unico ministro ad aver detto allora anche no». In realtà, la sua non fu l'unica voce contraria. Anche Matteo Salvini, allora vicepremier e ministro dell'Interno, cercò di bloccare il provvedimento che in molti chiamavano «condono Di Maio»: «Riteniamo che il condono edilizio per Ischia non sia una buona cosa, non è un bel segnale», disse il segretario della Lega. Di Maio sbottò stizzito: "Non c'è alcun condono a Ischia. Mi sono impegnato a aiutare quei cittadini. È gente abbandonata dallo Stato e dal Pd. Chi passa le giornate nei salotti non saprà mai cosa provano quelle persone".
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Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, giudica "farneticanti" le parole pronunciate da Conte, il quale "varò un vergognoso condono edilizio". La capogruppo di Iv in Senato, Raffaella Paita, ricorda che quella del 2018 "non fu una semplificazione, ma una procedura che applicava ai condoni già richiesti una disciplina di maggiore favore che ha portato ad accogliere istanze che altrimenti sarebbero state bloccate".
A fornire qualche dato ci pensa Legambiente: "Ad Ischia sono circa 600 le case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento. Arriva a 27 mila, invece, il numero delle pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali: di queste risultano negli uffici tecnici di Forio 8.530 istanze, 3506 a Casamicciola e 1910 a Lacco Ameno. E dopo il decreto Genova del 2018, contenente un condono per la ricostruzione post terremoto, il numeto di fabbricati danneggiati che hanno fatto richiesta di sanatoria sono ad oggi mille".