L'aria che tira, Paolo Mieli: "Pazzi e suicidi". Sentenza tombale sul Pd
Tanti nomi, nessuna idea. Paolo Mieli fa il punto sullo stato di salute del Pd che si prepara per il congresso della rifondazione nel corso de L'aria che tira, su La7, L'ex direttore del Corriere della sera fa pelo e contropelo al partito di Enrico Letta, soprattutto per la scelta di far passare ancora mesi prima di eleggere un nuovo segretario.
"Soumahoro? Ma se con Mimmo Lucano..." Mieli distrugge la sinistra e in studio cala il gelo
Tra i candidati Stefano Bonacini è "sicuramente migliore" ma quello che servirebbe al Pd, sottolinea il giornalista, è forse la leadership di Elly Schlein: "A parte il fatto che siamo nell'epoca di Giorgia Meloni", spiega Mieli, Schlein è "più proiettata verso il futuro, più internazionale". Sono passati due mesi dalle elezioni e "ne devono passare altri tre o quattro prima che loro facciano le loro scelte - attacca il giornalista e storico - Dicono che devono discutere delle idee ma in due mesi di idee non è venuta fuori una", mentre "vengono fuori nomi come funghi". Ma se i candidati ci sono, perché non farli votare dagli iscritti e aspettare ancora mesi che rischiano di erodere ancora di più il consenso, già a picco almeno secondo i sondaggi? Quelli del Pd "sono pazzi e suicidi" a far passare "quattro, cinque, sei mesi" prima del congresso.
Meloni maratoneta, ora pure l'opposizione dovrà evolversi
Sul governo Mieli esprime un giudizio "positivo"" su Giorgia Meloni, meno per l'esecutivo "che ha avuto un abbondante dose di inciampi". Ma la premier "ha tenuta e carattere". La manovra varata dal governo "ha il merito di essere nel segno di Draghi". La legge di Bilancio è "europeista" ed è una scelta giusta, sottolinea il giornalista. E l'opposizione? Per Mieli la strategia più efficace è il "metodo" di Carlo Calenda, che ha avanzato delle controproposte alla premer chiedendo un incontro. Un'idea più "costruttiva" della protesta di Pd e M5s, tra l'altro in piazze separate e in date diverse.