inviato ue nel golfo
Per scegliere Luigi Di Maio inviato Ue nel Golfo hanno scartato i migliori
«Sulla base delle prestazioni fornite dai candidati si raccomanda di nominare il signor Luigi Di Maio» come rappresentante speciale della Ue nel Golfo Persico a 12mila euro al mese. A metterlo nero su bianco è il gruppo di tecnici indipendenti che ha ricevuto mandato dall’Alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell di selezionare il profilo migliore tra i quattro indicati dagli Stati membri. L’ex capo del M5S, che con il suo Impegno Civico ha guidato la scissione dal Movimento con la benedizione di Mario Draghi, sarebbe il più qualificato. Sicuramente sono stati esaminati i curriculum. Salta subito all’occhio come quello di Di Maio sia il più scarno. L’ex compagno d’avventura di Grillo e Conte sconta sicuramente l’età, dal momento che gli altri tre candidati sono "sul campo" da molti più anni.
Dal curriculum ancora consultabile sui siti del Mise e della Farnesina, apprendiamo che «l’impegno civile e politico» di Di Maio «nasce negli anni del liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco». Dopo la maturità, «frequenta per alcuni mesi la facoltà di Ingegneria informatica, passando poi a Giurisprudenza». Non essendosi laureato, si ricorda quando tra il 2007 e il 2008 rivestiva «la carica di consigliere di facoltà e presidente del consiglio degli studenti». Da non dimenticare anche l’avvio di un «progetto imprenditoriale di e-commerce, web marketing e social media marketing». I veri punti qualificanti sono quelli relativi alla carriera politica: deputato M5S nel 2013 e nel 2018, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo dal 2018 al 2019 e ministro degli Esteri dal 2019 al 2022 prima con Conte e poi con Draghi.
I tre candidati scartati dal "panel" esaminatore sono lo slovacco Jan Kubis, il cipriota Markos Kyprianou e il greco Dimitris Avramopoulos. Kubis, nato nel ’52 a Bratislava, oltre allo slovacco parla fluentemente ceco, russo, inglese e francese. Laureato in Relazioni economiche internazionali a Mosca, vanta una lunga carriera diplomatica. Dal ’93 ad oggi ha ricoperto i seguenti incarichi: ambasciatore Onu a Ginevra, segretario generale Osce in Europa, rappresentante Ue in Asia centrale, ministro degli Esteri, rappresentante speciale Onu nell’ordine in Afghanistan, Iraq e Libano, e inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia. Il curriculum di Avramopoulus non è da meno. Nato nel ’53 ad Atene, oltre al greco parla correntemente inglese, francese e italiano. Da giovane ha svolto servizio militare in qualità di tenente dell’aeronautica prima in patria, poi nel quartiere generale Nato di Bruxelles. Laureato in Giurisprudenza, dal 1980 al 1993 ha intrapreso la carriera diplomatica prima di buttarsi in politica: per due volte sindaco di Atene, è stato ministro del Turismo, della Sanità, della Difesa e degli Esteri. Dal 2014 al 2019 ha fatto il commissario Ue per le Migrazioni e gli Affari interni. Infine, Kyprianou. I suoi titoli di studi sono di primo piano: laureato in legge, si è specializzato in diritto internazionale a Cambridge e in diritto societario ad Harvard. Ex commissario Ue alla Sanità, è stato anche ministro delle Finanze e ministro degli Esteri del suo Paese. Eppure, tutto ciò non è bastato a convincere la commissione giudicatrice.
Non tutti sanno che è italiano anche un altro inviato speciale Ue. Si tratta di Emanuela Del Re, ex grillina ed ex viceministra degli Esteri proprio con Di Maio. Si occupa di Sahel (Africa subsahariana). Le sue qualifiche non si limitano agli incarichi di governo. Prima di buttarsi in politica è stata docente universitaria e ha svolto progetti sul campo in zone di conflitto, dall’Iraq alla Giordania.