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“Lavoro, diritti, eguaglianza”. Così Elly Schlein vuole prendersi il Pd

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Elly Schlein ha fatto sapere che parteciperà al processo costituente legato al congresso del Partito democratico. Il suo nome è uno di quelli dati in pole position per la futura guida del Pd e in un’intervista a Repubblica spiega i propri piani per un rilancio dei dem: “Dobbiamo discutere quale visione di futuro proponiamo, chi vogliamo rappresentare e come cambiare con coraggio questo modello di sviluppo che non funziona. L'obiettivo deve essere superare le contraddizioni di questi anni che hanno prodotto fratture e fatto sentire orfani tanti elettori ed elettrici della sinistra. È mancato il lavoro su politiche redistributive della ricchezza, del sapere e del potere. La sinistra non è riuscita ad anticipare le grandi trasformazioni che stanno spaventando le società. L'aumento delle diseguaglianze, gli effetti sul lavoro delle innovazioni tecnologiche, l'emergenza climatica che mette a rischio il pianeta”.

 

 

“La destra - prosegue Schlein - non vede le diseguaglianze, è come se vivesse in un altro Paese. Le idee sull'ambiente sono vecchissime e sbagliate. E non parla mai di precarietà del lavoro, che ruba il futuro a giovani e donne, particolarmente al Sud. Si scagliano vigliaccamente contro l'immigrazione e non vedono l'emigrazione causata dai salari bassi e quanto questa precarietà incida in negativo sulla natalità. Il problema è che dall'altra parte le divisioni e l'incapacità di mettere in campo una visione comune hanno prodotto una netta sconfitta. La sinistra ha governato a lungo senza agire sulle cause profonde della precarietà del lavoro. Lavoro e povero non dovrebbero mai stare nella stessa frase. Con il Jobs Act si è commesso l'errore di abbandonarsi al mantra neoliberista della disintermediazione".

 

 

Poi la deputata ed ex vice-presidente della regione Emilia-Romagna spiega la propria ricetta: “Limitare il ricorso ai contratti a termine e alzare subito i salari, il taglio del cuneo va fatto a favore del lavoro. Introdurre il salario minimo, una grande battaglia mancata in questi anni. Siamo l'unico Paese dove gli stipendi sono diminuiti negli ultimi 30 anni. Serve un nuovo Statuto dei lavoratori, la sinistra del 2023 non può non vedere che l'innovazione tecnologica ha facilitato i processi produttivi ma aumenta le diseguaglianze. Se non facciamo una legge sulla rappresentanza non spazzeremo via i contratti pirata. Il problema del precariato è legato anche alla sicurezza sul lavoro, serve un grande investimento, non è accettabile morire né di lavoro né di stage”. "I grandi cambiamenti non si muovono sulle spalle di traiettorie individuali ma di mobilitazioni collettive" la frase con cui Schlein chiude l'intervista.

 

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