pd nel caso
Pd nel caos totale. "Letta lascia, anzi no". Ecco i nomi per sostituirlo
«Dimissioni Letta? La notizia è del tutto infondata. In queste ore il segretario è completamente assorbito dall’impegno a presentare sabato, in Assemblea nazionale, una soluzione che superi le attuali complessità regolamentari e statutarie e consenta lo svolgimento con successo del Congresso». Lo rivelano fonti del Nazareno.
Ma le voci sull'ormai imminente passo indietro di Letta sono sempre più insistenti. «Sfinito da giorni e giorni di braccio con tutte le correnti dem, di Guerini e Franceschini, di Orlando e Provenzano, sulla data delle primarie (22 gennaio, 12 febbraio - no, 12 marzo o il 26) - si legge sulla Stampa - incapaci di trovare una intesa sul congresso, pressato da chi vuole chiuderlo subito e chi vuole una lunga fase costituente, Enrico Letta ha minacciato di dimettersi. Ovvero di gettare la spugna in assemblea sabato. "Se lo fa sul serio - si sono allarmati i pezzi grossi del Pd - da statuto rimarrebbe da sola la giovane Valentina Cuppi, in quanto presidente, a reggere le sorti del partito"».
La caccia al sostituto è già partito. Il primo nome è quello di Graziano Delrio, ex ministro e uomo forte del partito, restato nel Pd dopo l'uscita di Matteo Renzi. Ma c'è chi butta lì anche il nome di Francesco Boccia, per il suo forte legame con il sud e con l'ossatura del partito. Qualcuno ha immaginato un ticket Orlando-Schlein, visti a colloquio a Montecitorio.
Intanto Letta voleva dimettersi la notte del voto, ma poi lo hanno convinto ad aspettare anche se è molto amareggiato e preoccupato. Se si dimette sabato o nei giorni seguenti, si può fare una mozione per nominare un nuovo segretario-traghettatore legittimato, «ma così si perpetua la fase di stallo», fa notare un dirigente di peso.