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Il meloniano Butti contro l'ex governo: "Ci ha lasciato una situazione imbarazzante"

Nel mirino l'attuazione lenta dei progetti sul 5g. Colpa degli errori dell'ex premier e di Colao

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Addio alla cortesia istituzionale. Finora i rapporti tra la premier Giorgia Meloni e il suo predecessore Mario Draghi erano stati improntati al massimo rispetto e alla collaborazione nel passaggio di consegne. Poi qualcosa si è guastato riguardo lo stato di attuazione del Pnrr, con Fratelli d'Italia che ha denunciato i ritardi del precedente governo. Ma ora si passa oltre e il meloniano Alessio Butti non esita a definire "imbarazzante" il lascito dell'esecutivo Draghi.

«Per il Piano Italia 5G, il precedente governo ci lascia una situazione a dir poco imbarazzante. L’esecutivo uscente aveva già dichiarato alla Commissione che l’Italia, anche in questo caso, non raggiungerà gli obiettivi previsti dal Piano» afferma il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’innovazione, in occasione del Forum nazionale delle Telecomunicazioni 2022 di Asstel-Assotelecomunicazioni spiegando che «il budget di circa 2 miliardi di euro era suddiviso in maniera equivalente tra connessione in fibra ottica di base station e la costruzione di nuove base station per aumentare la copertura 5G.

Inoltre, "il Piano BUL non è in condizioni migliori, se si guarda, ancora una volta, alla tempistica di realizzazione. Appare francamente poco credibile che Open Fiber sia in grado di realizzare i lavori nelle Aree grigie nei tempi previsti dal PNRR, se non è stata in grado neanche di fare quelli nelle Aree bianche, accumulando così enormi ritardi, ritardi che sono addirittura cresciuti nell’ultimo anno".

Riguardo al «delicato tema degli investimenti nelle telecomunicazioni in seno al Pnrr», «la Commissione Europea ha già manifestato preoccupazioni al governo uscente, che ha dichiarato di non poter raggiungere gli obiettivi precedentemente indicati. Per quanto riguarda il Piano Italia a 1 Giga, l’obiettivo dichiarato nel Pnrr dall’ex ministro Vittorio Colao di coprire con reti a 1 Giga ulteriori 8,5 milioni di unità residenziali, di cui 450.000 di case sparse, si è dichiarato purtroppo sbagliato», incalza ancora Butti.

«Nel progress report inviato alla Commissione europea ad ottobre scorso, quindi appena un mese fa, l’Italia ha comunicato che, a fronte di una dettagliata mappatura, le aree che al 2026 risultano essere a fallimento di mercato (e quindi destinatarie dell’intervento pubblico) interessano solo 6,87 milioni circa di unità residenziali (1,63 milioni circa in meno dell’obiettivo del Pnrr). Ma quello che mi preoccupa di più sono i ritardi che sicuramente avremo anche nella tempistica di realizzazione della rete nelle cosiddette Aree grigie, su cui rischia di aprire un ampio fronte di inadempienze».

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