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Governo, la sinistra tira fuori il peggio di sé: manichino di Meloni impiccato a Bologna

Christian Campigli

La tradizionale doppia morale della sinistra torna a colpire. Da un lato dichiarazioni, fiumi di inchiostro e roboanti interviste per chiedere ai moderati il rispetto delle istituzioni, i toni bassi, una posizione dell'Italia che sia degna della nostra storia all'interno dello scacchiere europeo. Dall'altro, gesti che dimostrano la vera natura di certi movimenti. Sereni e tranquilli se chi comanda non disturba il manovratore, potenzialmente pericolosi se si ricorda loro come occupare o drogarsi sia un reato, tanto per fare due piccoli esempi. Durante una manifestazione dei collettivi, tenutasi a Bologna, è apparso un manichino raffigurante Giorgia Meloni appeso a testa in giù. 

  

 

“È davvero molto grave quanto avvenuto. Ci auguriamo che gli autori di questo vergognoso atto intimidatorio siano individuati e soprattutto ci aspettiamo una netta e inequivocabile condanna da parte di tutte le forze politiche, sinistra in primis. Solidarietà e vicinanza al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, sottolinea il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. 

 

 

L'immagine è stata pubblicata sulla pagina Facebook del Laboratorio Cybylla insieme ad un lungo post di spiegazione del vergognoso gesto: “A pochi giorni da un decreto anti-rave ci troviamo nuovamente ad invadere le strade di Bologna. Questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l’ennesima norma securitaria agita da un governo fascista che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse. Tra sgomberi, cariche all’università e attacchi alle politiche sociali questo governo mira all’appiattimento delle nostre esistenze, delle nostre libertà e dei nostri desideri”. Si tratta di gruppi abituati a convivere con amministrazioni comunali e regionali amiche, che se da un lato gridano alla necessità del rispetto delle regole, dall'altro si guardano bene dall'organizzare sgomberi in centri sociali occupati o in rave dove la droga gira liberamente, senza alcun ritegno. Gesti e frasi non solo vergognose, ma potenzialmente pericolose. Da non sottovalutare in un Paese che, oltre quarant'anni fa, fu costretto a fare i conti con la follia della lotta armata delle Brigate Rosse.