in toscana
Toscana, nuovo scossone. Italia Viva avverte Giani: "Confronto su maggioranza in Regione"
Tanto tuonò che piovve. L'antico, saggio adagio si confà alla perfezione alla surreale situazione che si sta sviluppando in questi giorni in Toscana. Ieri avevamo raccontato dei movimenti, delle trattative tra tre consiglieri regionali del Pd, pronti a cambiar casacca ed entrar a far parte di Azione, il movimento di Carlo Calenda.
Oggi una nuova bordata, che rischia di destabilizzare il governatore Eugenio Giani. “Italia Viva sta nella maggioranza di governo se questa Regione vuole proseguire su impegni che aveva assunto. In questo momento mi sembra che stiano mancando questi impegni - ha tuonato questo pomeriggio il capogruppo di Italia Viva in Consiglio Regionale, Stefano Scaramelli - Il presidente Giani e il Pd stanno decidendo in questa fase di fare un percorso autonomo e questo comporterà delle valutazioni che faremo nelle prossime ore. Le faremo in maniera molto trasparente nei loro confronti, e credo che quindi non possa essere rinviato un confronto nell'ambito del quale si possa valutare o meno il prosieguo di questa esperienza di governo congiunta”.
Parole chiare, taglienti, che rischiano di aprire una crisi profonda. Anche perché, qualora il partito guidato da Matteo Renzi dovesse uscire dalla maggioranza, il Pd avrebbe solo venti consiglieri, sui quaranta totali. Una maggioranza risicatissima. Venti teorici, visto che Iacopo Melio, per seri motivi di salute, non è ancora riuscito a dare il proprio contributo. Ma la contesa tra il nativo di Rignano e il suo ex partito è ben più ampia. L'attuale segretario di Iv vorrebbe infatti imporre il successore di Dario Nardella come sindaco di Firenze. In quest'ottica, il nome più in auge è senza dubbio quello di Stefania Saccardi, attuale vice presidente della Regione Toscana e assessore regionale all'agricoltura. Un'opzione, quella di Saccardi, che non dispiacerebbe (anche se ufficialmente i moderati fan spallucce) nemmeno al centrodestra. Una mossa del cavallo, che consentirebbe a Matteo Renzi di dare le carte, nonostante percentuali elettorali ancora tutt'altro che entusiasmanti.