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Roma, Gualtieri non cede al ricatto di Conte: “Il termovalorizzatore si farà”

Martina Zanchi
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«Roma si è rimessa in moto ma deve tornare in pari anche sull'ordinario», ad esempio sulla pulizia della città dai rifiuti, che non può prescindere dalla realizzazione del termovalorizzatore. È arrivata forte e chiara dal palco dell'Auditorium Parco della Musica la risposta del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, al diktat di Giuseppe Conte sulle elezioni regionali nel Lazio. Se per il leader pentastellato un'alleanza, nel 2023, sarà possibile solo con chi non appoggerà la costruzione dell'impianto, il primo cittadino dell'Urbe che è anche commissario di governo ai rifiuti - poche ore dopo ha replicato sciorinando date imminenti. Entro novembre l'approvazione definitiva in Regione del Piano rifiuti di Roma Capitale, che prevede proprio la realizzazione di un termovalorizzatore da 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Subito dopo il via libera in Regione, che Gualtieri considera scontato, «procederò ad autorizzare la pubblicazione della manifestazione di interesse che avvierà la procedura per la realizzazione del termovalorizzatore». L'aggiudicazione della gara avverrà «entro l'estate» e l'apertura del cantiere «entro la fine del 2023».

 

 

E ancora, come un fiume in piena nel microfono. «Porteremo il conferimento in discarica dal 30% al 3%. Supereremo così i più ambiziosi obiettivi europei e porremo fine alla vergognosa processione di Tir, treni e navi che ogni giorno portano i rifiuti di Roma in tutta Italia e in tutta Europa». È stato allora che sala "Sinopoli" dell'auditorium è esplosa in un fragoroso applauso. D'altronde i poteri commissariali danno al sindaco mano libera - la municipalizzata Ama ha già acquistato un terreno di dieci ettari a Santa Palomba, nella remota periferia della città, dove costruire l'impianto - e l'ex ministro dell'Economia ha davanti a sé sfide prioritarie da affrontare. Su tutte il Giubileo del 2025 e la corsa ad Expo 2030. Roma deve stravolgere il proprio Dna, trasformandosi in una capitale efficiente, moderna, e soprattutto decorosa. Rallentare non è un'opzione, neanche de dovesse significare per il partito l'addio alla guida del Lazio, dove i dem oggi governano con due assessori del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi e Valentina Corrado.

 

 

Illustrando alla platea di giornalisti e stakeholder i risultati raggiunti nel primo anno di consiliatura, Gualtieri non ha scordato di ringraziare la giunta Zingaretti per la devoluzione a Roma Capitale di poteri in materia di urbanistica «che ci consentiranno di avviare una nuova stagione di riqualificazione e rigenerazione urbana, superando il ping-pong tra Comune e Regione». E rilanciando i leitmotiv della campagna elettorale del 2021, Gualtieri ha calcato sui concetti di «innovazione, sostenibilità, inclusione». Obiettivi su cui orientare le risorse derivanti da Pnrr e Giubileo. Una strategia che ha definito «Next Generation Roma» con «più di dieci miliardi di investimenti nell'arco della consiliatura». Dalla mobilità alla manutenzione stradale, attraverso la stipula di altre due convenzioni con Anas per rimettere in sesto altri 126 km di strade crivellate da buche e avvallamenti, fino agli investimenti su sicurezza, verde pubblico e scuola. «Roma non è ancora come merita di essere - ha ammesso il sindaco - ma crediamo di averla rimessa sui binari giusti».

 

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