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Ucraima, pure la pace spacca le opposizioni. Crosetto zittisce Conte sulle armi

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L'invio di ulteriori armi per sostenere la resistenza in Ucraina è al centro della 'sfida' a distanza tra le due piazze per la pace riunite oggi a Roma e a Milano. Un tema che rimarca le divisioni tra le opposizioni al governo di Giorgia Meloni, con i 5 Stelle e il Pd che sfilano nello stesso grande corteo organizzato dalla piattaforma 'Europe for peace' a Roma mentre il Terzo polo di Renzi e Calenda raduna i suoi sotto l'Arco della pace a Milano sotto il grido "Slava Ukraini, la pace non è la resa". A innescare le polemiche, il leader M5s Giuseppe Conte, che dalla piazza della Capitale afferma: "Siamo stanchi di questa strategia che prevede solo un'escalation militare. Vogliamo un negoziato di pace, faticoso, da costruire, ma dobbiamo farcela". Quindi l'attacco al governo: "Il ministro Crosetto ha preannunciato che sta preparando il sesto invio. Bene, noi gli diciamo che visto che è stata votata una risoluzione che impone al governo di avere un confronto in Parlamento, non si azzardi questo governo a fare un ulteriore invio di armi senza venire a confrontarsi in Parlamento". Un avvertimento al quale replica a stretto giro lo stesso ministro della Difesa: "Conte può stare sereno, il Ministero seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età Repubblicana". E infine il colpo di fioretto: "La frase minacciosa e intimidatoria del presidente Conte ("Crosetto non si azzardi") ha evidentemente come presupposto culturale un approccio alle istituzioni privatistico e autoritario. Forse chi ha vissuto la 'compressione democratica' creatasi a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e dell'utilizzo dei Dpcm, durante la pandemia, ha maturato un'idea sbagliata sulle istituzioni ed il loro potere".

 

 

Alla marcia pacifista, che secondo gli organizzatori raccoglie centomila partecipanti (40 mila per la questura), arriva anche il segretario del Pd, Enrico Letta. "È una piazza per la pace e noi siamo in tutte le piazze che chiedono la pace purché non siano equidistanti. C'è un invasore, la Russia, e un invaso, l'Ucraina. E noi dobbiamo difendere chi è stato invaso, e fare di tutto perché si fermi l'invasione della Russia. La resistenza Ucraina va aiutata", spiega il segretario dem. Che sul sostegno militare a Kiev risponde: "Quando arriverà il decreto vaglieremo la proposta e se ne parlerà. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte". Posizione contestata da un piccolo gruppo di manifestanti, che contro l'ex premier urla le parole "assassino e guerrafondaio". Nessuna polemica, tuttavia, dal Nazareno. "Oggi ci siamo sentiti a casa. Pochi estremisti non possono sporcare una bellissima manifestazione", commentano in serata fonti del Pd. Mentre dalla piazza milanese, Carlo Calenda pungola: "Qua nessuno avrebbe contestato Enrico Letta, perché se c'è una cosa che gli va riconosciuta è la totale linearità sulla questione Ucraina.E quindi qui sarebbe stato solo applaudito".

 

 

Per Calenda chiedere di non inviare armi all'Ucraina "è quello che vuole Putin". Conte, attacca l'ex ministro, "è stato con Salvini quando era putinista, è filo-trumpiano. Adesso ha deciso che è pacifista. C'è una definizione per lui: si chiama qualunquismo, e nella cultura italiana il qualunquismo è di destra, non c'entra niente con la sinistra". Oltre ai big di Azione e Italia Viva, al sit in promosso dal Terzo polo partecipano diversi esponenti dem come Pierferdinando Casini, Alessandro Alfieri e Pierfrancesco Maran. Ci sono anche due dei possibili candidati alla presidenza della Regione Lombardia, l'economista e senatore Pd Carlo Cottarelli e l'ormai ex vicepresidente e assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, che proprio Calenda vedrebbe bene in ticket. "Dovrebbero chiarire cosa significa. Comunque nessuno mi ha ancora telefonato" per offrire la candidatura, puntualizza l'ex mister spending review. "Rispetto Cottarelli" ma nessuna dichiarazione sulle elezioni, invece, da Moratti, che non scioglie ancora la riserva sulla scelta di candidarsi. L'ex sindaca di Milano, alla sua prima uscita pubblica dopo le dimissioni dalla giunta del leghista Attilio Fontana, nel suo intervento dal palco si commuove ricordando il padre partigiano. "Quella di Moratti è una candidatura molto interessante. Nelle prossime settimane Azione e Italia Viva faranno le scelte ufficiali. Sarà Calenda a gestire questo dossier", dice Matteo Renzi. L'iniziativa senza bandiere di partito (5 mila i presenti secondo gli organizzatori) si chiude a sorpresa con Calenda che intona Bella ciao. "Adesso siamo titolati a cantarla", la stoccata che arriva direttamente a Roma. Soddisfatto per lo svolgimento delle manifestazioni il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "Una giornata espressione di libertà in assoluta sicurezza per tutti".

 

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