Giorgia Meloni a Bruxelles incontra von der Leyen: sul tavolo deficit e Pnrr
Una giornata di stop per ricaricare le batterie in vista di una settimana intensa. Giorgia Meloni si «affaccia», dopo la fatica del Consiglio dei ministri di lunedì e la prima conferenza stampa da premier, poco dopo pranzo, con un breve cinguettio per augurare una «buona festa di Ognissanti», poi il relax scandito da momenti di lavoro sui dossier che l'aspettano da oggi in poi.
La presidente del Consiglio è concentrata sul primo provvedimento a sostegno di famiglie e imprese, che dovrebbe andare a mitigare il caro bollette e che vedrà la luce nella riunione a palazzo Chigi di venerdì. Con la squadra di governo al completo, Meloni dunque ha tutta l'intenzione di correre spedita e la sua agenda non smentisce questa volontà. Oggi il giuramento dei sottosegretari e domani la prima uscita fuori dai confini nazionali per un confronto con i vertici europei.
A Bruxelles Meloni, nel pomeriggio, vedrà prima la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, poi Ursula von der Leyen e infine il faccia a faccia con Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo. L'incontro più atteso è quello con la presidente della Commissione Europea: sul tavolo il prezzo dell'energia, la guerra in Ucraina e l'attuazione del Pnrr. E non solo. L'Europa attende che l'Italia consegni la Nota di aggiornamento al Def programmatica, la «cornice» della legge di Bilancio 2023, il cui testo sarà varato venerdì, sempre secondo la road map dettata dai «tempi strettissimi», come confermato dal presidente del Consiglio.
A von der Leyen Giorgia Meloni dovrebbe proporre un extradeficit pari al 4,5%, mentre il governo Draghi aveva ipotizzato nell'ultima versione del Def un indebitamento netto del 3,4. Si tratterebbe, quindi, di un punticino in più che libererebbe circa 20 miliardi di risorse. Che, aggiunti agli altrettanti già preventivati, porterebbe il conto della prima manovra del governo Meloni a circa 40 miliardi. La parte principale sarà dedicata al caro bollette, il resto servirà a dare un primo assaggio delle promesse elettorali, a partire dall'innalzamento della soglia della flat tax per le partite Iva dai 65mila euro attuali a centomila. Inoltre nel provvedimento dovrebbe trovare spazio anche la tregua fiscale e il regime transitorio delle pensioni, per evitare lo scalone di cinque anni che determinerebbe il ritorno in vigore della legge Fornero senza interventi. Per quanto riguarda i tempi, invece, il testo potrebbe essere licenziato dal Consiglio dei ministri al ritorno di Meloni dal G20 di Bali, quindi intorno al 20 novembre. La prossima settimana, inoltre, dovrebbero costituirsi le commissioni permanenti di Camera e Senato ed essere eletti i presidenti, un passaggio fondamentale per avviare la sinergia tra esecutivo e Parlamento in vista proprio dell'esame della manovra e della scadenza fissata per l'approvazione al 31 dicembre.