Faida in Forza Italia, il superfalco Mulé avvisa: "Tajani e Bernini lascino le cariche nel partito. Noi delusi da Meloni"
Archiviato il totoministri riparte la sfida tra i "ronzuliiani" e le colombe azzurre. E c'è anche un avviso al governo
All'indomani della formazione del governo in Forza Italia è il momento di leccarsi le ferite. Una fase che riapre anche i dissapori interni tra i "falchi ronzulliani"; penalizzati dalle scelte di Giorgia Meloni, e le "colombe" di Tajani. Così Giorgio Mulè, appartenente alla prima corrente, rompe gli indugi e in un'intervista a Repubblica apre la faida azzurra mettendo nel mirino proprio Tajani e Bernini che, a suo dire, devono lasciare le cariche interne al partito essendo stati nominati ministri, "altrimenti interverrà Berlusconi".
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"Ha provocato disappunto l'atteggiamento di Giorgia Meloni. Un disappunto esternato dallo stesso Berlusconi, quando ha posto la questione del condizionale e non dell'imperativo da usare nel dialogo fra alleati" tuona Mulè riferendosi alle settimane di trattative sul nome dei nuovi ministri.
Ministri che, a suo dire, orea devono fare una scelta tra l'incarico nel governo e quello nel partito. "Una giusta riflessione - dice Mulè a Repubblica - l'ha avviata Paolo Zangrillo, ponendosi il problema della compatibilità fra il ruolo di ministro e quello di coordinatore in Piemonte. Credo che analogo ragionamento non potrà che fare Tajani, che al ruolo di coordinatore nazionale somma quelli di ministro, vicepremier e probabilmente di capodelegazione di FI. E lo stesso vale per la neo-ministra Bernini, che è vicecoordinatrice del partito».
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Non finisce qui, perché Mulè fa capire anche che i gruppi azzurri, a guida "ronzulliana", non faranno sconti all'esecutivo: «I gruppi di FI saranno i guardiani dell'attuazione di un programma che costringe sì a dare risposta alle emergenze - bollette e inflazione - ma che deve muoversi subito anche su un binario riformista. Non ci esimeremo dal sollecitare la riforma della giustizia civile e penale, la separazione delle carriere, nuove norme del Csm, delegificazione. Non sono priorità di FI, ma di tutto il centrodestra: è giusto tenerlo a mente»