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Salvini il “pontiere” alla missione più difficile: la pace Berlusconi-Meloni

Carlantonio Solimene
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Il pranzo tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi aveva un duplice obiettivo. Innanzitutto, riallacciare i contatti dopo la «divaricazione» al Senato sul voto a Ignazio La Russa. In secondo luogo, la volontà del leader della Lega di smussare gli spigoli che in questo momento contrassegnato il rapporto tra il Cavaliere e Giorgia Meloni. E se sul primo fronte i due leader si sono sostanzialmente ritrovati, il secondo step è stato vanificato dalla pubblicazione dell'ennesimo audio «filorusso» di Berlusconi, che ha reso ancora più complicate le relazioni tra via della Scrofa e Forza Italia. Eppure i presupposti per vivere una giornata meno pirotecnica c'erano tutti. Salvini, d'altronde, in mattinata aveva nuovamente assunto il ruolo del pompiere confermando «la linea delle ultime settimane: buonsenso, nessun veto, zero impuntature, massima serenità con gli altri leader della coalizione». Insomma, nessuna frizione ne ultimatum a Meloni. Le eventuali discussioni su alcuni ministeri (come l'Agricoltura) vanno interpretate non come ricatti ma solo come normale dialettica che, nel giro di qualche giorno, produrrà un accordo senza traumi. E d'altronde, aveva sottolineato il leader della Lega,«mercoledì il governo sarà in carica». Poi l'appuntamento a Villa Grande, residenza romana di Berlusconi sull'Appia Antica, per consumare un pranzo a base di antipasto con avocado e uova, fettuccine al tonno e gelato alla yogurt.

 

 

«È stata una visita amichevole e di cortesia, senza particolari nodi politici» hanno fatto trapelare fonti del centrodestra. Il segretario leghista - viene riferito - ha espresso al Cavaliere stupore per «l'irresponsabile e infedele» fonte che ha trasmesso ai media una riunione riservata. Poi Salvini ha confermato che «la gente chiede al centrodestra di governare bene e di fare in fretta, serve buonsenso ed equilibrio» per trovare un'intesa sulla squadra. In realtà nell'incontro si è parlato anche di temi economici. Il capo del Carroccio, in particolare, ha discusso col Cav del dossier che sta mettendo a punto e che punta sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, sullo stop alla Fornero e sull'estensione della flat tax agli autonomi - il tetto non sarà da 65 a 100mila euro, ma a 85 mila - mentre l'obiettivo della tassa piatta al 15% per il momento è congelato. E anche su uno dei nodi più complicati nella formazione del governo, la scelta del Guardasigilli, la coalizione sembrava aver fatto dei passi avanti. Silvio Berlusconi aveva incontrato Carlo Nordio e, stando alle parole dell'ex magistrato, si era trattato di un confronto «lungo e molto cordiale, con lui ci siamo detti arrivederci, le conclusioni saranno tratte da tutti i leader, io sono pronto, perché fare il ministro sarebbe un onore per qualsiasi giurista». D'altronde, «penso che le mie idee, espresse nei tanti volumi che ho scritto, siano condivise anche dal leader azzurro». A partire dalla necessità di arrivare a «processi più veloci».

 

 

In quanto a Salvini, si era dedicato a una diretta Facebook in cui aveva rilanciato altri punti del programma leghista, dallo stop al canone Rai («lavoreremo, perché la televisione pubblica non gravi sulle spalle dei cittadini») all'eliminazione dell'Imu sugli immobili occupati abusivamente («stiamo lavorando per metterlo nella prima legge di bilancio»), dalle politiche energetiche («da ministro del prossimo governo conto di dire sì al nucleare») alle modifiche al Reddito di Cittadinanza («limiti a chi prende denaro pubblico senza averne diritto e non accettando lavori»). Insomma, l'immagine trasmessa all'esterno doveva essere quella di una coalizione ormai al lavoro sulle cose da fare quando, dalla prossima settimana, il governo entrerà finalmente in carica. Poi, però, il nuovo audio di Berlusconi ha rubato nuovamente la scena a tutto il resto. E a Salvini ritoccherà indossare gli inediti panni del pontiere per far sì che alle consultazioni con Mattarella la coalizione si presenti realmente unita a parli con una sola voce. La presenza di Berlusconi non dovrebbe essere in dubbio. Anche perché il coordinatore azzurro, Antonio Tajani, ha già in agenda un impegno a Bruxelles. E allora a sedersi insieme saranno proprio Giorgia, Matteo e Silvio. Con tutte le scorie accumulate in questi giorni. C'è da riallacciare un contatto tra i due «litiganti». Il mediatore Salvini ha ancora 24 ore per riuscirci. Missione non facilissima.

 

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