Rottura definitiva tra Berlusconi e Meloni? Scenari e conseguenze su Forza Italia e governo
L’ipotesi viene ritenuta remota, se non impossibile, dagli esponenti di Fratelli d’Italia, ma va comunque analizzato lo scenario secondo cui Silvio Berlusconi decidesse di non indicare Giorgia Meloni come presidente del Consiglio durante le consultazioni con Sergio Mattarella. A questo punto le strade sarebbe due. La prima, considerata la meno probabile, è che tutti i parlamentari di Forza Italia seguano lo strappo, portando come naturale conseguenza al ritorno alle urne, con la coalizione di centrodestra che si presenterebbe al voto di gennaio di 2023 solo con FdI e Lega, d’accordo nel seguire questa strada di evitare strane alleanze.
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L’altra, spiega Affari Italiani, è che Forza Italia si spacchi in due: chi seguirebbe l’ala guidata da Licia Ronzulli, sul quale c’è stato un categorico no di Meloni a vederla nel governo, e chi invece resterebbe nel centrodestra con la stessa politica romana come premier. Alla Camera, secondo le previsioni, la coalizione avrebbe quindi 217-218 deputati, un numero sufficiente per portare avanti il lavoro dell’esecutivo. Più complicati gli scenari al Senato, dove il margine è più risicato: analizzando nome per nome i 18 senatori azzurri dopo la scissione si avrebbe una maggioranza di 105 parlamentari a Palazzo Madama. Numeri appena sufficienti, soprattutto per lavorare nelle commissioni. “Il governo Meloni potrebbe dunque nascere ma a Palazzo Madama avrebbe vita difficile” la considerazione finale del portale. Una situazione ingarbugliata per il centrodestra.
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