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Renzi-Nardella, cosa c'è dietro la faida fiorentina. "Mi ha detto che..." volano stracci

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Uno scontro in salsa fiorentina con il Nazareno sullo sfondo. È quello che sta andando in scena in questi giorni tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che del Pd è un esponente più che mai attivo e che sulla poltrona di primo cittadino del capoluogo toscano ha sostituito proprio il 'rottamatore', quando quest'ultimo lasciò Palazzo Vecchio per Palazzo Chigi. Iniziale motivo del contendere le multe piovute a raffica sui cittadini di Firenze a causa degli autovelox di ultima generazione. Ma secondo Renzi ci sarebbe altro. E oggi, nel corso di una conferenza stampa proprio davanti a Palazzo Vecchio, l'ex premier ha sostenuto che il vero motivo per cui Nardella vorrebbe litigare con lui sarebbe l'ambizione di diventare segretario del Pd.

 

"Non ho bisogno di litigare con Dario Nardella, primo perché non litigo con gli amici, poi perché non ho nessun obiettivo politico che mi porti ad avere voglia di litigare con lui", ha esordito Renzi davanti a microfoni e telecamere. "Evidentemente - ha aggiunto - ha bisogno lui di litigare con me, e me lo ha detto chiaramente l'altro giorno quando è venuto a casa mia a parlare con me. Ha bisogno di litigare con me per un motivo molto semplice, perché se uno litiga con Renzi come minimo nel Pd lo fanno segretario nazionale".

E tra i due, legati da un'amicizia che fino ad ora aveva superato indenne anche lo strappo renziano al Pd, questo endorsement al contrario potrebbe sancire la rottura. In realtà qualche crepa si era già manifestata nei mesi di campagna elettorale, quando il leader di Italia Viva aveva 'bacchettato' il suo ex vicesindaco dicendogli, senza giri di parole, che avrebbe fatto meglio a concentrarsi sul suo impegno di primo cittadino che sulla corsa alla segreteria del Pd. Nardella, dal canto suo, non ha mai usato apertamente parole di sfida nei confronti di Renzi, limitandosi a rivendicare la bontà della scelta di rimanere nel Pd. Anche sulla vicenda delle multe ha affidato la replica all'assessore al traffico Stefano Giorgetti.

 

 

L'ex sindaco, però, non ha lasciato che la questione delle multe passasse in secondo piano e oggi ha ribadito: "A Firenze negli ultimi tre mesi c'è stata un'esplosione di multe, più 620 per cento, che non ha alcuna ragione legata alla sicurezza, ma semplicemente al bisogno di fare cassa. Non si può governare con un atteggiamento in cui il cittadino, specie in un momento di crisi come questo, fa da bancomat alla città". Poi ha usato parole dure anche per l'assessore al traffico. "Io non avrei mai fatto questa conferenza stampa se l'assessore Stefano Giorgetti, un altro miracolato del renzismo, non avesse detto 'noi siamo per la sicurezza stradale'. No! La sicurezza stradale la fai mettendo i soldi, fallo Giorgetti! E invece hanno fatto una bischerata enorme, lo sanno anche loro".

 

Se ha definito Giorgetti 'miracolato del renzismo', Renzi a Nardella ha riservato un'altra stoccata. "Per fare il sindaco di Firenze - ha affermato il leader di Italia Viva - bisogna avere uno molto forte che ti spinge, come è successo a Nardella: a lui è successo quando ho deciso di mandare la Saccardi in Regione, Giani in Regione e Nardella vicesindaco. Era un momento in cui me lo potevo permettere perché avevo il 40% nel Paese e il 60% a Firenze e facevo il sindaco. Il prossimo sindaco non lo decideranno né Nardella né Renzi: lo decideranno i cittadini". Davanti a simili dichiarazioni qualcuno potrebbe pensare che anche a Firenze e in Regione Toscana l'alleanza tra Pd e Iv sia destinata a finire. Uno scenario che, però, l'ex premier ha escluso. "Ripercussioni su giunta regionale e comunale di Firenze? Per me zero". Ancora insieme, ma dopo il congresso del Pd lo scenario potrebbe cambiare.

 

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