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Roma, ora i dem fanno il processo anche a Roberto Gualtieri

Susanna Novelli
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Troppa polvere sotto il tappeto di un Pd romano uscito con le ossa rotte dalle elezioni del 25 settembre. Quel 21,7% ottenuto nella Capitale guidata da Roberto Gualtieri - con quasi dieci punti di svantaggio rispetto al partito di Giorgia Meloni - rappresenta un malessere troppo profondo per essere non solo sottovalutato ma persino ignorato. La misura sta nelle «storiche» sconfitte di due big come Monica Cirinnà e Patrizia Prestipino e nel segretario romano «pro tempore» (ma in carica da quasi due anni), Andrea Casu, eletto alla Camera per il rotto della cuffia. Un malessere che colpisce direttamente il Campidoglio, complice la Regione verso il voto, un cambio di passo ancora non visibile (di ieri il rapporto dell'Authority capitolina che boccia senza riserve la situazione rifiuti) e un rapporto giunta-consiglio che non è ancora decollato. Tutto ciò con all'orizzonte sfide decisive per il futuro, non solo politico, della Capitale, ovvero i progetti per i fondi Pnrr, il Giubileo 2025 e l'ipotesi concreta di ospitare Expo 2030.

 

 

Smentite a parte, la riunione di lunedì di tre presidenti di Commissione, Antonio Stampete (Lavori pubblici), Yuri Trombetti (Politiche abitative) e Carla Fermariello (Scuola) e due consigliere, Antonela Melito e Cristina Michetelli come ha spiegato lo stesso dem Stampete «è stato solo il primo di altri incontri perché credo sia opportuno confrontarsi sulla sconfitta del 25 settembre ma soprattutto sull'azione di governo a Roma». Nessuna richiesta di rimpasto ma una verifica, la versione «ufficiale». Eppure, in politica, una smentita equivale spesso a una conferma. «Ribadiamo il nostro massimo e pieno sostegno nei confronti del sindaco Gualtieri e della Giunta - ha dichiarato in una nota diffusa martedì sera la capogruppo Pd in Campidoglio Valeria Baglio -. Siamo ancora più determinati e compatti nel proseguire e portare a termine il lavoro a servizio della città per cui siamo stati eletti. Non è stata chiesta alcuna verifica né avanzata alcuna richiesta di rimpasto nell'ultima riunione dei consiglieri con il sindaco».

 

 

Una nota, tuttavia in solitaria, quella della Baglio che ricorda, sin troppo bene quella del 26 settembre a commento dell'esito elettorale, in cui pur riconoscendo la vittoria del centrodestra - si sottolineava «un Pd in crescita che passa dal 16,4% delle comunali al 21.7%; risultati incoraggianti che dimostrano proprio la generosità e il sostegno della città a questa Amministrazione e al Sindaco Gualtieri come amministratore e politico». La dichiarazione uscì prima a firma dei Consiglieri Pd Campidoglio poi, identica, a sola firma della capogruppo Baglio.

 

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