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Parlamento, Fico lascia Montecitorio nel caos: regolamenti non aggiornati
È quasi tutto pronto per l'inizio della nuova legislatura che vedrà ridotti i componenti di Camera e Senato dopo la riforma del taglio dei parlamentari. I deputati a Montecitorio passano da 615 a 400, al Senato gli eletti scendono da 315 a 200. Come spiega "Il Giornale", il taglio dei parlamentari inciderà sul funzionamento delle due assemblee elettive e dunque i regolamenti di Camera e Senato devono essere adeguati ai nuovi numeri per garantire la piena operatività del Parlamento.
Un'operazione, sottolinea "il Giornale", che al Senato è stata completata mentre alla Camera no. Un "regalo avvelenato" del presidente uscente della Camera Roberto Fico al suo successore. Non è un dettaglio tecnico: la mancata approvazione dei regolamenti rischia di mandare in panne l'attività parlamentare. A Palazzo Madama le commissioni permanenti sono diminuite da 14 a 10, grazie ad un accorpamento delle competenze di alcune e questo significa che i gruppi medio-piccoli avranno uno o due senatori in ciascuna commissione con competenze allargate. Per consentire ai senatori di prendere parte alle sedute delle Commissioni e garantire il numero legale è stato quindi introdotto l'obbligo che le Commissioni si riuniscano in parallelo rispetto alle sedute d'Aula con la conseguente necessità di costruire un calendario condiviso che permetta di partecipare anche ai senatori che fanno parte di più commissioni. Alla Camera dei deputati invece il numero delle Commissioni permanenti rimane invariato: 14. La riduzione del numero dei parlamentari impedirà ai partiti più piccoli di avere una presenza in tutte le Commissioni. Una variabile che potrebbe metterebbe a rischio numero legale e quorum creando così l'ingorgo in avvio della legislatura. Un'altra modifica dovrebbe riguardare anche le Commissioni bicamerali, ossia le Commissioni composte da senatori e deputati. Si tratta di commissioni di garanzia importanti come il Copasir, la Vigilanza Rai e l'Antimafia. Non avendone modificato il numero dei componenti, si dovranno evitare convocazioni in concomitanza con le sedute delle commissioni permanenti, di Camera e Senato. Altro nodo da sciogliere è il numero minimo di deputati e senatori richiesto per costituire un gruppo parlamentare. Al Senato il regolamento è stato adeguato al taglio: prima erano necessari 10 senatori, oggi ne bastano 7. Alla Camera, il regolamento non è stato modificato: per formare un gruppo serviranno 20 deputati. Un caso che riguarda ad esempio il Terzo polo (l'alleanza di Matteo Renzi e Carlo Calenda) che riuscirà a formare il gruppo per un pelo, avendo 21 deputati. Resta fuori la lista di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli con 12 deputati.
L'appuntamento è per domani le 10 con l'inizio dei lavori. A Montecitorio bisognerà varare in fretta il nuovo regolamento per evitare la paralisi. Un'opzione da escludere vista l'importanza delle prossimi provvedimenti da varare: la Camera dovrà esaminare nel giro di tre settimane la legge di bilancio che sarà incardinata in commissione. E a questo proposito il dubbio è se la manovra sarà esaminata dalla vecchia commissione o dalla nuova con il nuovo regolamento che tiene conto del taglio. Un'incognita che preme sull'avvio della legislatura visto che per procedere all'approvazione dei nuovi regolamenti va costituito l'ufficio di presidenza. Se per l'elezione del vertice di Montecitorio i tempi si annunciano rapidi, discorso diverso per la scelta dei segretari, dei vicepresidenti e dei Questori dove va trovata l'intesa tra i gruppi parlamentari. Un bel regalo lasciato in eredità da Roberto Fico.