il governo che verrà
Totoministri, rebus Economia: tra veti e rifiuti ora Meloni pensa al fedelissimo
Sta diventando un rompicapo il nome del prossimo ministro dell'Economia. Dopo il no di Fabio Panetta, intenzionato a rimanere nel board della Bce, e la perdita di posizioni dell'ipotesi Domenico Sinascalco, Giorgia Meloni sta cominciando a valutare delle soluzioni diverse. Politiche e non più tecniche. Il problema è che anche queste si starebbero scontrando con delle difficoltà: i veti dei suoi alleati.
Il caso è quello di Giancarlo Giorgetti, apprezzatissimo anche in Fratelli d'Italia. Il solo aver fatto trapelare questa possibilità, però, avrebbe provocato l'immediata frenata di Salvini. Che non solo non è più in rapporti idilliaci con l'attuale ministro dello Sviluppo economico, ma teme che se Giorgetti andasse al Mef sarebbe quello l'unico dicastero "di peso" affidato al Carroccio.
Anche per questo la ricerca di Meloni continua. E, sempre valutando le soluzioni politiche, starebbe guardando anche al proprio partito. E, stando a quanto riferisce "Il Foglio", avrebbe individuato il profilo giusto nel responsabile economico di Fratelli d'Italia, Maurizio Leo.
Certo, sarebbe un nome meno noto ai mercati e alle Cancellerie internazionali. Tanto che, secondo Il Foglio, Meloni starebbe ragionando sul fatto che tanto poi "l’efficienza della struttura verrebbe garantita dalla continuità ai vertici dei dipartimenti principali: Alessandro Rivera al Tesoro, Biagio Mazzotta alla Ragioneria generale, ovviamente Carmine Di Nuzzo al Pnrr."
Naturalmente siamo ancora nel campo delle ipotesi. Così come resiste quella di Piero Cipolloni, attuale vicedirettore generale di Bankitalia. D'altronde, il nuovo governo non nascerà prima del 21 ottobre. Di tempo per trovare la quadra, insomma, ce n'è ancora un bel po'.