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Giorgia Meloni si muove da premier: "Già al lavoro per abbassare le bollette"

Daniele Di Mario
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Selfie, applausi, fotografie, strette di mano. Al Villaggio Coldiretti l'attenzione è tutta per Giorgia Meloni, che sceglie la kermesse di Milano per la sua prima uscita dopo la vittoria alle elezioni politiche. Il presidente di Fratelli d'Italia torna a parlare dopo essersi autoconsegnata al silenzio per cinque giorni: le sue ultime dichiarazioni in pubblico risalgono alle due e mezza del mattino di lunedì, quando all'hotel Parco dei Principi si presentò in sala stampa per un primo commento del voto. Un discorso pronunciato a caldo al quale erano seguiti giorni di silenzio. Meloni ha trascorso una giornata in famiglia, lunedì. Poi ha lavorato nei suoi uffici di Montecitorio e di via della Scrofa: incontri, telefonate, studio dei dossier, riunioni con staffe fedelissimi.

 

Al Villaggio Coldiretti allestito al Castello Sforzesco di Milano, dove viene accolta come una rockstar (cori da stadio, applausi, la canzone «A mano a mano» di Rino Gaetano - diventata l'«inno» della sua campagna elettorale- a salutarne l'arrivo), Meloni - dopo aver incontrato in mattinata Silvio Berlusconi ad Arcore: «Sono ottimista», il commento di Giorgia - declina i punti cardinali del futuro governo del centrodestra: difesa degli interessi nazionali, libertà alle imprese, soluzioni per la crisi energetica. «Ho scelto di limitare le uscite pubbliche per dedicarmi anima e corpo ai dossier che sono più urgenti», spiega il presidente FdI, assicurando che «se saremo chiamati a governare, abbiamo in mente di dare risposte immediate ed efficaci alla nostra nazione».

 

La stella polare dell'esecutivo sarà la difesa dell'interesse nazionale. «La cultura dell'Italia - spiega Meloni - deve tornare a partire dalla difesa del suo interesse nazionale per trovare soluzioni comuni. È qualcosa che cambierà nei prossimi mesi. Non vuol dire avere un approccio negativo verso gli altri, ma positivo verso se stessi». Il presidente FdI rivendica di avere avvertito per tempo che si sarebbe dovuto guardare da prima in casa propria: «Quelli che oggi hanno letto i giornali avranno dovuto fare i conti con il fatto che quando qualcuno in questa nazione segnalava che "in Europa si parte dalla difesa degli interessi nazionali per arrivare a soluzioni comuni" non lo facevamo perché eravamo populisti, ma lucidi».

Il tema centrale resta quello della crisi energetica con le mostruose bollette che stanno affliggendo i cittadini. «A partire dal caro energia - dice Meloni io sono in costante contatto con il governo» uscente «che è impegnato in una trattativa molto complessa per cercare soluzioni a livello europeo. Se pensiamo a livello nazionale di poter continuare a compensare i costi di bollette per regalare soldi alla speculazione facciamo un errore. Serve un approccio serio al tema delle catene di approvvigionamento. Oggi ci siamo accorti che dipendiamo da tutti per tutto. L'Italia e l'Europa devono preparare una strategia sulle catene approvvigionamento che sono strategiche e vanno ripensate».

 

L'applausometro va in tilt quando promette agli agricoltori che lo Stato si muoverà nel rapporto con le imprese all'insegna del principio del «non disturbare». «Sono qui per dare questo messaggio - annuncia il leader FdI - Abbiamo detto in campagna elettorale che un nostro grande obbiettivo era modificare il rapporto tra lo Stato e i cittadini e lo Stato e le imprese. La nostra bussola è un concetto molto semplice: non disturbare chi vuole fare, chi vuole produrre ricchezza, chi vuole lavorare. Usciamo da una legislatura nella quale si è detto che la povertà si poteva abolire con un decreto, che la ricchezza si faceva con un decreto. La ricchezza in questa Nazione la fanno le aziende con i loro lavoratori».

 

Meloni promette poi «di restituire a questa Nazione una strategia industriale che non ha avuto negli ultimi tempi e che non può prescindere dagli elementi che sono più identificativi del nostro sistema produttivo. Tra gli elementi sui quali noi siamo molto più competitivi di tutti gli altri e dai quali non possiamo prescindere c'è ovviamente il tema dell'eccellenza del prodotto, del marchio e segnatamente del comparto agroalimentare. In questo ambito emerge la grande questione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Noi vogliamo difendere l'ambiente con l'uomo dentro». Infine, Meloni assicura: «Non intendiamo fare da soli, ascolteremo i corpi intermedi, chi le materie le vive ogni giorno».

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